A cura della Redazione

«Dolore e rabbia. Indignazione e condanna. Fiamme e cenere sul Vesuvio e su vaste aree della provincia di Napoli. Il vulcano è avvolto in una insopportabile e ampia nuvola di fumo nero. Stanno bruciando boschi e piantagioni. Abitazioni e famiglie sono minacciate. Paura e preoccupazione costringono ad allontanarsi dai luoghi colpiti. Territori devastati. Fortemente compromessa dagli incendi l’immagine del paesaggio, mentre il sistema economico locale subisce un danno irreparabile in tempi brevi». Sono le parole del cardinale Crescanzio Sepe, capo della Chiesa di Napoli, con le quali commenta la catastrofe che da giorni ormai si sta verificando nell'area del Parco alle pendici del vulcano, martoriata da continui incendi che stanno distruggendo ettari ed ettari di vegetazione, mettendo in ginocchio anche le attività turistico-ricettive ed economiche della zona.

«Chi c’è dietro tutto questo? Non certamente il fantomatico destino, che finisce con il diventare un alibi gratuito e ricorrente - prosegue il cardinale -. Non sono i soliti ignoti. L’autore di questa tragedia di così grande proporzione è l’uomo, l’uomo assassino, l’uomo violento, l’uomo egoista, l’uomo che non ha rispetto per niente e per nessuno, l’uomo che aggredisce la natura e viola le leggi. Non importa conoscere il nome di questo uomo. Non serve chiedersi se si tratti di dolo o colpa. Comunque, responsabile é l’uomo che ha usato la sua mano assassina per mettersi contro la natura e contro Dio, contro altri fratelli e contro il bene comune. Non sappiamo se e quando la giustizia umana riuscirà a dare il suo verdetto di condanna. Abbiamo la certezza, però, che la condanna di Dio è già in atto, pesa sulla coscienza di chi, ritenendo di agire impunemente, ha voluto “uccidere” l’ambiente, si è messo fuori dalla grazia di Dio ed è in peccato mortale. Ferma condanna, pertanto, eleviamo nei confronti di questi esseri assassini e violenti. E a queste persone che si nascondono dietro le fiamme - continua l'alto prelato - e il fumo dico con fermezza di uscire allo scoperto, di recuperare la dignità di uomini veri per autodenunciarsi e dichiararsi responsabili della gravità del proprio operato. Le comunità parrocchiali, intanto, non faranno mancare la vicinanza, la solidarietà e gli aiuti possibili alle famiglie colpite. Ai sacerdoti che operano in strutture sanitarie raccomando una presenza e un’assistenza oltre il dovuto, che sia di incoraggiamento e di sostegno morale per tutti i pazienti ricoverati. Un grazie di cuore, a nome di tutta la Chiesa di Napoli, sento di rivolgere a tutti coloro che volontariamente stanno generosamente prestando la propria opera di assistenza e di impegno nelle attività di protezione civile. Un grande grazie, di ammirazione, stima e gratitudine, rivolgo ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia locale e alla Protezione Civile per la preziosa e insostituibile testimonianza di abnegazione e di professionalità nello spegnimento degli incendi e nel soccorso alle persone in difficoltà», conclude il cardinale.

(Nel video, le riprese dall'alto girate da un elicottero nella giornata dell'11 luglio)

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