A cura di Enza Perna

Si riaccendono i riflettori sul caso Tomamsina De Laurentiis, la giovane donna che perse la vita all'ospedale Sant'Anna di Boscotrecase.

Dopo due anni di attesa, domani alle 9:30 è prevista l'udienza preliminare. 

Momento di ansia e rabbia per i parenti della ragazza. «Che i colpevoli paghino -  dice Alfonso Formisano, marito di Tommasina -. Voglio vederli tutti in manette. Voglio giustizia per mia moglie e per mia figlia». 

Era l'8 marzo del 2013 quando Tommasina entra in sala operatoria per quello che doveva essere un banale intervento in laparoscopia. 

Dopo ore di attesa, le forze dell'ordine, interpellate dall'équipe medica, comunicano la tragica sorte della donna. Tommasina era ormai morta.

Da subito i parenti chiedono l'autopsia sul corpo della loro amata. 

Le due perizie mostrano che a spezzare questa giovane vita sarebbe stato un errore dei medici. Lacerazione della vena aorta e cava. Tommasina muore dissanguata. Inoltre la seconda perizia evidenzia che la ragazza avrebbe subito un secondo intervento quando ormai il suo corpo era privo di vita. I medici, stando a quanto descritto nella perizia, le ricucirono le zone lacerate.

«Domani sarà un giorno importante per la famiglia De Laurentiis - afferma l'avvocato Gennaro Ausiello -. Ci costituiremo parte civile nel processo. Sarà una lunga battaglia ma mi auguro che la magistratura faccia di tutto per assicurare tempi ragionevoli e brevi del processo, affinché si possa scongiurare il rischio prescrizione».