A cura della Redazione
Tredici misure cautelari sono state eseguite oggi dalle Fiamme Gialle insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Napoli, su ordinanza emessa dal Tribunale di Torre Annunziata. I fermati, sei in carcere e sette ai domiciliari, sono stati accusati di associazione a delinquere, finalizzata al contrabbando di gasolio e truffa ai danni dello Stato, con proventi illeciti per 10 milioni di euro. A finire in manette Salvatore De Francesco, Antonio Spadafora e Gennaro Pinto, amministratori di fatto della società “Ge.Sa. Oil Trading” utilizzata per l’attività illecita; i trasportatori Antonio Campagna, Vincenzo Baruffo, Salvatore Baruffo, Alessandro De Francesco, Mario Di Maggio, Luigi Leone, Marcello Leone, Vincenzo Leone. Misure cautelari in carcere, infine, anche per Vittorio Campanella e Giacomo De Martino Miniero, che all’epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari doganali presso il Molo Vigliena del Porto di Napoli. I militari del gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, diretti dal tenente colonnello Carmine Virno e coordinati dal capitano Luigi Starace e dal tenente Salvatore Leone, hanno svolto numerose indagini nell’ambito dell’operazione denominata “Nave Fantasma”. L’attività è stata eseguita nei comuni di Napoli, Torre del Greco, Portici, Massa di Somma, Monte Forte Irpino e Faenza (RA). Le indagini, avviate nell’Agosto 2011, sono state condotte con meticolosi accertamenti dall’Area Antifrode della Direzione Interregionale delle Dogane di Napoli. Numerosi appostamenti e pedinamenti hanno consentito di verificare che gli indagati fingevano di imbarcare gasolio su navi battenti bandiera di paesi extracomunitari. In realtà le autobotti, uscite dal deposito fiscale di Torre Annunziata, non raggiungevano quasi mai il porto di Napoli. Le navi in questione spesso non erano presenti nelle acque dello scalo napoletano o se presenti non inoltravano richiesta di rifornimento. Tra gli arrestati oltre agli amministratori di una società dedita proprio al trasporto del combustibile, anche due funzionari doganali presso il molo Vigliena del porto di Napoli: grazie alla complicità dei pubblici ufficiali sono state possibili centinaia di trattative di vendita del prodotto petrolifero senza il pagamento delle dovute imposte. Le forze dell’ordine, inoltre, hanno condotto accertamenti patrimoniali che hanno consentito di individuare e sottoporre a sequestro conti correnti bancari e postali, polizze assicurative, immobili e veicoli al fine di consentire un pieno e celere ristoro per i danni patiti dallo Stato.