A cura della Redazione
26/11/2013 E´ stato trovato il giubbino di Nunzia Cascone. I vigili del fuoco l’hanno pescato presso la foce del Sarno e l’hanno immediatamente mostrato al marito della poverina che l’ha riconosciuto. Prosegue senza sosta l’operazione di scandaglio del fondo del fiume. Tomba più infame non si potrebbe trovare per un essere umano. La speranza di tutti è di individuare finalmente il corpo di Nunzia Cascone. Le operazioni sono state sospese. Riprenderanno domani. Per il momento il Sarno ha restituito alla famiglia di Nunzia solo un giubbino. La salma della figlia, Anna Ruggirello, ripescata ieri insieme alla carcassa dell´auto finita nel fiume il 21 novembre scorso, giace presso l’obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia dove è stata portata dopo il riconoscimento da parte dei parenti. Ieri pomeriggio il Pubblico Ministero del tribunale di Torre Annunziata, Francesca Sorvillo, ha disposto la data dell’autopsia, fissata per giovedì alle 20, e nominato quale medico legale incaricato il dottor Antonio Landi. Ancora due giorni d’attesa straziante per la famiglia. Successivamente partirà dalla magistratura oplontina il nulla osta per la celebrazione delle esequie. Per quella data si opera alacremente al fine di recuperare dalle acque del fiume anche il corpo di sua mamma. La speranza è di consentire ai familiari ed agli amici, che sono tanti, un saluto congiunto ai due angeli di Messigno (contrada a Sud di Pompei) che sono volati in cielo in una maniera sconvolgente. Ieri sul corso del fiume, alla ricerca di Anna, hanno operato congiuntamente i soccorritori a bordo di due gommoni: il primo, che conteneva un nucleo specializzato di vigili del fuoco, scendeva verso la foce partendo dal punto dove è stata trovata la Panda, il secondo, della capitaneria di porto (con il capo della protezione civile di Pompei) ha risalito il fiume dal verso opposto. Vale a dire partendo dalla foce. Si spera solo che il corpo di Nunzia non sia stato trasportato dalla corrente in mare aperto perché in questo caso le cose si complicherebbero enormemente. Intanto muove i primi passi decisivi l’inchiesta giudiziaria per la quale è partito prima un avviso di garanzia per duplice omicidio colposo a carico del finanziere che guidava la Fiat Grande Punto che si è scontrata con la Panda. Si è saputo che si chiama Catello D’Auria ed è originario di Scafati. L’avvocato di famiglia, Andrea Aprea, sostiene però che non si può circoscrivere l’episodio alla fattispecie dell’incidente automobilistico. Secondo lui sono in campo responsabilità oggettive di Enti che dovrebbero rispondere pubblicamente per l’insicurezza della strada intensamente trafficata dal momento che la cronaca dimostra che con pochi giorni di differenza due automobili sono precipitate nello stesso tratto di fiume. “Non avrei mai immaginato, prima di vederlo personalmente, che il parapetto lungo il corso del Sarno avesse diversi pezzi mancanti”. Ha commentato il legale di fiducia della famiglia rimasta vittima dell’incidente dopo il recupero della Panda, in cui, purtroppo, è risultato mancante il corpo di Nunzia. Nella direzione di una responsabilità multipla pare si stia orientando anche la magistratura torrese, dal momento che ha fatto scattare un nuovo avviso di garanzia nei confronti del dirigente dell’ufficio tecnico, ingegner Andrea Nunziata. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2 25/11/2013 I vigili del fuoco, dopo un estenuante lavoro di cinque giorni, hanno estratto la Fiat Panda gialla caduta nel fiume Sarno nella prima mattinata di giovedì 21 novembre scorso, in seguito ad un incidente stradale verificatosi al crocevia tra via Casone, via Ripuaria e via Antonio Morese. A bordo dovevano esserci i corpi di Nunzia Cascone, 51 anni, e della figlia Anna Ruggirello, 20 anni. I soccorritori invece hanno rinvenuto solo il corpo della ragazza, mentre quello della madre è risultato mancante. Sul lato di guida lo sportello era aperto. E’ probabile che il corpo di Nunzia sia stato trascinato dalla corrente. I soccorritori controlleranno se è rimasto attaccato alla grata che si trova alla foce del Sarno. Domani, quindi, riprenderanno le ricerche del corpo mancante, mentre il reperto dell’auto, che pare risulti tamponata sul lato destro, ed il corpo di Anna restano a disposizione della magistratura oplontina. L’automobile precipitata nel fiume è stata estratta dal fango a circa 100 metri dal punto d’impatto. Presenta lo sportello aperto dal lato guidatore ed una vistosa ammaccatura nel fianco opposto. Sul posto si sono recati il magistrato titolare dell´inchiesta, Francesca Servillo, e l’avvocato Andrea Aprea che tutela la famiglia Ruggirello. Domani il magistrato nominerà il medico legale per effettuare l’autopsia che serve a stabilire la causa della morte. Solo successivamente si potranno celebrare le onoranze funebri di Anna, mentre per il ritrovamento del corpo di Nunzia bisognerà ancora penare. Già a fine giornata di domenica, i sensori collegati al computer, immersi nell’acqua fetida, avevano segnalato una massa ferrosa vicina al luogo dello scontro automobilistico. Rilevato il "punto sensibile", il dato è stato verificato nella mattinata di lunedì prima di far arrivare sul posto i mezzi pesanti, necessari a tirare via l’automobile dal fango. L’ipotesi che abbiamo sostenuto fin dall’inizio (vale a dire che la macchina non si era spostata di molto ma era penetrata nel fondo fluviale) è quella che si è verificata alla luce dei fatti, rispetto all’opinione prevalente che la Panda fosse stata trasportata dalla corrente. Lo scandaglio del sonar subacqueo ha segnalato la presenza della massa di ferro. Un carro gru ha estratto dal fango l’automobile grazie all’operatività dei vigili del fuoco. Alcuni di loro, da un canotto, altri dalla riva hanno agganciato la Panda alla gru. Dalla via Ripuaria hanno seguito le operazioni i comandanti delle forze di soccorso e di polizia, il pubblico ministero Francesca Servillo, l’avvocato di parte Andrea Aprea e numerosi familiari delle vittime. Mancavano i parenti stretti, vale a dire il signor Ruggirello col fratello di Anna, perché, come riferito dal cugino Alfonso Sorrentino, amici e parenti li hanno precedentemente convinti a non presenziare con lo scopo di non aumentare lo strazio con la visione dei cadaveri estratti dall’acqua. Oramai c’è una voce prevalente che circola. La Panda, dopo l’impatto violento con la Fiat Punto, guidata da un finanziere che ha ricevuto un avviso di garanzia per duplice omicidio colposo, è piombata nel fango con un’enorme violenza, penetrando in profondità. Forse, come ha presupposto l’avvocato di famiglia, ha saltato la ringhiera di cinta (già mezza sgangherata) oppure la cinta ha fatto da trampolino alla Panda accrescendone velocità e forza di caduta. Gli inquirenti che hanno visionato il filmato sono della stessa identica opinione, ma restano alcuni elementi della dinamica dell’incidente che devono essere desunti dalle perizie tecnica e legale. Ricordiamo ancora una volta la dinamica dell’incidente capitato sulla dissestata e pericolosa via Ripuaria (i residenti la chiamano via Mortuaria) poco prima delle 7 di giovedì mattina. Risulta da un filmato della telecamera di un albergo poco distante che la Panda, poi precipitata nel fiume, proveniva dalla traversa di via Casone, in direzione centro Pompei, mentre la Grande Punto si muoveva ad alta velocità in direzione Castellammare di Stabia proveniente da Scafati. All’incrocio tra via Casone, via Ripuaria e via Antonio Morese le due autovetture si sono scontrate. Ha avuto la peggio la Panda che è stata scaraventata violentemente contro il parapetto che ha superato, precipitando nel fiume con il suo carico di vite umane. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2