A cura della Redazione
La pioggia, il vento e l’incuria umana accrescono la lista dei crolli negli scavi archeologici di Pompei. Si frantuma pezzo di stucco nella Casa del Torello di Bronzo e si forma uno squarcio enorme nel muro di cinta delle Terme Centrali. Le piogge violente, che in questo periodo dell’anno scendono giù sempre più copiose, devastano il patrimonio archeologico vesuviano. Pare sia diventato compito dei sindacati proclamare il “bollettino dei crolli” che questa volta hanno interessato la Casa del Torello di Bronzo (Regio V, Insula 1, Civico 3, 6,7,9), una delle più grandi dimore pompeiane, dotata di un particolare sistema di utilizzo e distribuzione dell´acqua potabile, e le Terme Centrali, il maggiore complesso termale dell´area archeologica che ricopre un´intera insula. Entrambi gli edifici sono posti, uno di fronte all´altro all´inizio della via di Nola ad angolo con il quadrivio di Orfeo. A dare l´allarme, come sempre, un custode che nel corso della ronda ha notato che all´interno della Casa del Torello dal bordo della vasca del peristilio si era staccato gran parte dello stucco che la ricopriva (1 metro per 50 centimetri) e che un muretto si era appoggiato ad una colonna. Intanto il muro di cinta posteriore delle Terme Centrali è franato per due metri di lunghezza per un metro di altezza. Il tutto succede in contemporanea al boom d’incassi del filmato del British Museum che approda in Italia in questi giorni. Iniziativa fortunata che segue la celebrata mostra sulle antichità pompeiane ed ercolanesi, che ha avuto un ridondante successo. Intanto a Roma i partiti non si sono ancora accordati sul nome del direttore generale e di quello del suo vice che dovrebbero fare il “miracolo” di velocizzare il Grande Progetto Pompei che ha la dote di un finanziamento di 105 milioni di euro, che procede a rilento con cinque cantieri avviati su oltre trenta programmati. Antonio Pepe, del sindacato interno Ciel, e Maria Rosa della Uil ripetono il ritornello della manutenzione ordinaria. Fatica inutile perché pare che l’argomento non interessi a nessuno. Sulla vicenda replica la Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro, frenando ogni allarmismo e spiegando che gli episodi in questione, di portata molto limitata e dovuti alle violente precipitazioni che hanno investito in questi giorni la Penisola, sono già sotto monitoraggio e gli uffici tecnici preposti, nelle prossime ore, attiveranno le opportune azioni di ripristino. Al riguardo, ricorda che tutta l’area archeologica di Pompei è oggetto, oltre che di interventi di messa in sicurezza, di un massiccio e complessivo programma di restauro che garantirà per il futuro le migliori condizioni di conservazione e di fruizione. Programma che, come abbiamo spiegato, viaggia a rilento mentre manca del tutto la manutenzione ordinaria. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2