A cura della Redazione
Zona franca: niente tasse per chi investe a Torre Annunziata L´amministrazione comunale sta per giocarsi una carta importante per il futuro della città: la richiesta di istituzione di una Zona Franca Urbana (ZFU), da inoltrare prima alla Regione Campania e, una volta ottenuto il parere favorevole, al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). L´Unione Europea definisce le "Zone Franche Urbane" come «territori nei quali applicare un azzeramento provvisorio o una riduzione temporanea delle aliquote fiscali e contributive fino al momento della riqualificazione della zona in questione». "Zero tasse, quindi, per il rilancio della città": sarà questo l´obiettivo cui mirerà l´amministrazione per il prossimo quinquennio. Forme di agevolazioni fiscali per le imprese che si insedieranno nella cosidetta "zona franca urbana", individuata nell´area comprendente il Quadrilatero delle Carceri, i vicoli della Marina e il quartiere Murattiano. In Italia dovranno essere individuate, in via sperimentale, diciotto "zone franche", di cui tre in Campania. Una già è stata individuata nell´area di Bagnoli, nel comune di Napoli. Ancora incerte le altre due aree che vedranno riconoscersi una fiscalità di vantaggio, agevolazioni per gli investimenti e, soprattutto, niente tasse per chi investe per una durata di cinque anni. Quindi niente Ici, Irap, Iva ed esonero del versamento dei contributi previdenziali da parte delle piccole e micro imprese. Il comune di Torre Annunziata ha i requisiti per farsi riconoscere nel proprio ambito territoriale una "zona franca": tasso di disoccupazione al di sopra della media nazionale del 2005, almeno 25 mila abitanti, anche se l´area in questione riguarderà 7 mila abitanti. L´iter burocratico per farsi riconoscere nell´ambito del territorio cittadino una cosidetta "zona franca" incomincia con l´inoltro alla Regione Campania, entro il mese di giugno, della delibera di proposta da parte del consiglio comunale; successivamente la Regione valuterà le richieste pervenute dai Comuni e, una volta accertati i requisiti, sottoporrà al Cipe le proposte di zona franca per l´approvazione definitiva. Già nel 1998 il comune oplontino, su proposta degli allora consiglieri comunali Antonio Gagliardi e Giuseppe Gallo, introdusse nell´area sud di Torre (da piazza Ernesto Cesare in giù) una forma di contribuzione per i commercianti/artigiani che aprivano una nuova attività economica: due anni di pigione a carico del Comune. Nel 2006 lo stesso assessore alle Finanze Gagliardi introdusse una nuova forma di agevolazione per gli imprenditori torresi: esenzione delle imposte comunali per quelli che aumentavano del 30 per cento la propria forza lavoro rispetto al biennio precedente. Ma il regolamento rimase lettera morta a causa delle continue crisi politiche. Solo in Francia esistono ben 90 città con zone franche, attuate tramite la promozione di investimenti privati, ossia aree create in quartieri con più di 10 mila abitanti, particolarmente svantaggiati in relazione a parametri come il tasso di disoccupazione, la proporzione dei giovani usciti dal sistema scolastico senza diploma, la proporzione dei giovani di età inferiore a 25 anni e il potenziale fiscale dei comuni interessati.