A cura della Redazione
Continua l’offensiva delle forze dell’ordine nei confronti delle coltivazioni abusive di mitili nel porto di Torre Annunziata e contro la commercializzazione di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione. Nei mesi scorsi, l’incremento dei casi di epatite riscontrati sul territorio campano aveva ulteriormente elevato il livello di allerta da parte delle autorità nei confronti dell’illecita commercializzazione dei prodotti ittici. Nel quadro del più ampio progetto di tutela della salute pubblica, si inserisce a pieno titolo l’operazione di mercoledì mattina, denominata “Le idi di marzo”, con la quale i militari della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza oplontina hanno intensificato i controlli tesi ad individuare la presenza di coltivazioni abusive di mitili nelle acque notoriamente inquinate del porto. Alle prime luci dell’alba, all’interno del porto di Torre Annunziata è scattata, dunque, la task force diretta a smantellare le coltivazioni di mitili precedentemente individuate. Per l’esecuzione dell’operazione sono stati impiegati circa 50 militari, 5 unità navali e 6 pattuglie di terra. Sono intervenuti, inoltre, i Nucleo Subacquei della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza della sede di Napoli. Alle ore 06.10 i militari della G.d.F. e della Capitaneria oplontina hanno predisposto un cordone di sicurezza all’esterno dell’area portuale, molo di Ponente, per garantire il tranquillo svolgimento delle operazioni di recupero. Nello specchio acqueo antistante il molo di Ponente, con l’ausilio di unità navali provenienti della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, e dello Zodiac Hurricane GC A46 di stanza a Torre Annunziata, nonché due unità della Stazione Navale dipendenti dal Reparto Operativo Aereonavale della Guardia di Finanza di Napoli e del personale a terra, sono stati smantellati numerosi filari con trecce di cozze, vongole, fasolari e ostriche in cassette di plastica pronte per essere immesse sul mercato, pur essendo in cattivo stato di conservazione. All’ingresso in porto dei militari, ha avuto inizio una repentina fuga delle persone che, colte in flagranza di reato, hanno abbandonato sul ciglio della banchina di ponente furgoni o veicoli adibiti illecitamente al trasporto di prodotti ittici. Al momento dell’intervento, i militari hanno bloccato sei veicoli che trasportavano illecitamente prodotti ittici in cattivo stato di conservazione, sia perché provenienti dalle coltivazioni abusive di mitili sia perché i prodotti ittici di vario genere (300 kg tra pesce spada, baccalà, polipi, orate, vongole e quant’altro) venivano scongelati nelle acque putride del porto e vendute in commercio come freschi. Sono state altresì notate alcune persone intente a sorvegliare, con particolare interesse, le zone destinate alle coltivazioni abusive, identificate successivamente dai militari sia della capitaneria che delle fiamme gialle e, pertanto, segnalate all’Autorità Giudiziaria in quanto verosimilmente coinvolte nell’attività illecita. L’ampio specchio acqueo antistante il Molo di Ponente era stato oggetto di precedente attenta investigazione da parte degli uomini della capitaneria che avevano individuato un considerevole quantitativo di filari immersi nelle acque inquinate del porto. I frutti di mare erano depositati in ceste di plastica mantenute a circa due metri di profondità con galleggianti semisommersi e grosse cime. Grazie all’abile opera dei sommozzatori della guardia costiera e delle fiamme gialle sono stati rimossi e, una volta collegati alle motovedette, trainati in mare per il successivo affondamento. L’operazione, abilmente coordinata dal Comandante della Capitaneria Tenente di Vascello Gennaro Fusco e dal Comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, Tenente Colonnello Gennaro Ottaiano, insieme al Capitano Marco Volpe, Comandante del Nucleo Operativo e al Capitano Vincenzo Basile, Comandante della Sezione Unità Navali G.d.F. di Napoli, ha visto impegnati numerosi militari nel difficile compito di recuperare i pesanti filari di mitili e frutti di mare. I militari sono stati coadiuvati dai responsabili dell’ASL NA5, distretto 84, anch’essi da sempre impegnati a combattere l’illecita attività di coltivazione e vendita abusiva di frutti di mare e pesce in cattivo stato di conservazione. L’intera operazione si è conclusa intorno alle 12.30 circa con diversi sequestri, a carico di ignoti, di circa 50 tonnellate di prodotto dell’illecita attività di molluschicoltura insistente in acque inquinate e, quindi, potenziali vettori del virus dell’epatite per i consumatori finali. Sottoposto a sequestro anche un furgone contenente ben 15 fusti da 220 litri nonché una pompa di aspirazione utilizzata per prelevare l’acqua sporca da mare. Alcuni soggetti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e diversi verbali amministrativi sono stati elevati. Tutto il materiale è stato distrutto su autorizzazione della Procura della Repubblica mediante affondamento al largo del porto dei frutti di mare e conferimento in discarica speciale del materiale plastico e delle cime. Al termine del blitz l’amara considerazione è che tale attività criminale, ovvero la coltivazione abusiva dei mitili, la vendita di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione, vede alle spalle una radicata organizzazione difficile da debellare in quanto dà lavoro a decine di famiglie, che senza alcuno scrupolo immettono in commercio prodotti potenzialmente nocivi per la salute.