A cura della Redazione

I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, coadiuvati dai colleghi del capoluogo partenopeo e di Torre del Greco, hanno eseguito a Napoli e nella città corallina quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Milano nei confronti di altrettantte persone. Sono accusate di aver messo a segno due rapine nel capoluogo lombardo a maggio e giugno 2015, che hanno fruttato 200 mila euro.

Ai malviventi i militari dell'Arma sono arrivati partendo dalle riprese dei circuiti di videosorveglianza degli istituti di credito presi di mira, da alcune impronte, raccolte dalla Sezione Investigazioni Scientifiche su entrambe le scene del crimine, e dalle testimonianze delle vittime.

Le rapine sono state portate a termine sempre a volto scoperto, come se i delinquenti non avessero timore di essere riconosciuti. Dalle indagini è inoltre emerso che durante i colpi non lesinavano di parlare con un forte accento campano..

I carabinieri hanno anche ricostruito la dinamica con cui venivano perpetrate le rapine: il "palo" rimaneva a "vigilare" sull'esterno, gli altri tre banditi entravano negli istituti pochi minuti prima della chiusura, intimidivano i dipendenti simulando di disporre di armi da fuoco, per poi rinchiuderli in bagno. Subito dopo svuotavano le casseforti, gli sportelli bancomat. Prima, però salutavano e poi si dileguavano a piedi, confondendosi tra i passanti.

Nella banda anche una donna di 34 anni, elemento di spicco del sodalizio criminale. 

Uno dei rapinatori avrebbe ammesso di non riuscire più a vivere con il solo stipendio di casellante autostradale.