A cura della Redazione
«Ribadisco che il Comune non si costituirà parte civile nel processo penale a carico della Compagnia di Navigazione in quanto non esiste alcun presupposto giuridico che possa, anche solo minimamente, legittimare tale azione». Il sindaco di Torre del Greco, Gennaro Malinconico (foto), interviene sul crac della Deiulemar, società armatoriale corallina dichiarata fallita dal Tribunale. Un default che ha in pratica distrutto un´intera economia, dal momento che oltre tredicimila famiglie avevano investito i loro risparmi nella Compagnia di Navigazione. «A questa amara conclusione - prosegue il primo cittadino - sono giunto dopo avere effettuato, sulla base delle mie competenze professionali, ricerche e approfondimenti giurisprudenziali volti a individuare qualche presupposto utile alle scopo. Ma la legge è chiara e non si rinviene, in giurisprudenza, alcuna sentenza che apra qualche spiraglio. Questa conclusione mi è stata inoltre confermata da una decina di esperti della materia - colleghi di consumata esperienza, professori universitari ed esponenti del mondo giudiziario - che ho consultato, in via informale, per raccogliere autorevoli pareri sul punto. Ebbene, tutti (senza eccezione alcuna!) hanno convenuto sull’assoluta inopportunità che il Comune si costituisse parte civile visto che tale azione sarebbe stata inevitabilmente respinta. Ho provveduto a contattare personalmente l’on. Luigi Gallo (deputato di Torre del Greco del MoVimento 5 Stelle, ndr) - prosegue Malinconico - affinché mi rendesse edotto circa i presupposti che, come egli scrive, “renderebbero del tutto plausibile, dal punto di vista tecnico-legale, la costituzione del Comune di Torre del Greco nel processo penale a carico dei soci della Deiulemar”. Peccato, però, che neppure l’on. Gallo sia stato in grado di indicarmi, nel concreto, quali fossero tali presupposti “tecnico-legali”».