A cura della Redazione
“Ho ritenuto doveroso rappresentare alle massime autorità dello Stato la questione connessa agli incarichi rivolti dall’Autorità Giudiziaria allo scrivente per l’abbattimento dei manufatti realizzati senza titolo edilizio che, secondo le disposizioni dettate dall’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), vanno demoliti a cura del responsabile dell’abuso oppure del Comune, in caso di accertata inottemperanza da parte del privato all’ordine di demolizione”. Così Ciro Borriello (foto), sindaco di Torre del Greco. “Una vicenda - prosegue - senza precedenti e di una immane complessità, pertanto, ho inviato un accorato appello al Presidente Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per le Politiche Sociali, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, al Presidente della Regione Campania, al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli, al Procuratore Generale presso il Tribunale di Napoli, al Procuratore Generale presso il Tribunale di Torre Annunziata, affinché sia concretamente individuata ogni possibile soluzione. Il tema tocca una vasta gamma di complesse situazioni esistenziali, in cui si intrecciano interessi pubblici primari che entrano in conflitto tra di loro, ponendo questa Amministrazione Locale e tante altre sparse per la Campania, in una condizione di impossibilità giuridica a provvedere nel senso richiesto dalla norma e dall’Autorità Giudiziaria, per non comprimere beni fondamentali e cagionare un danno sociale ed economico maggiore di quello che si vorrebbe rimuovere con gli abbattimenti”. “Attualmente la vicenda degli immobili abusivi - sottolinea il Primo cittadino - è vista in una prospettiva mono dimensionale: la tutela dell’interesse pubblico urbanistico. È agevole affermare che la loro sorte è l’abbattimento. Ma se si cambia prospettiva e si effettua un’analisi più approfondita ed imparziale, che tenga conto della fitta trama di interessi pubblici coinvolti nella vicenda, questi immobili assumono ai nostri occhi le sembianze di entità materiali dotate di vitalità, similmente agli organi pulsanti ed animati del corpo umano, poiché al loro interno trovano riparo e vivono centinaia di famiglie composte da uomini, donne, bambini, anziani e soggetti deboli che in quegli spazi realizzano la propria esistenza e dignità umana e non da adesso, ma da lungo tempo”. “Di certo l’abusivismo è un male da condannare - precisa il Sindaco della città corallina - ma non può essere ignorata la circostanza che l’esecuzione degli incarichi di demolizione ad opera dell’Amministrazione comunale, doverosamente sollecitata dall’Autorità Giudiziaria, si tradurrà nella perdita dell’abitazione per migliaia di persone, ovviamente se quantificato nell’intero territorio Campano, il numero sale vertiginosamente. È proprio in tale passaggio che si svela il cuore e la portata dirompente del problema consistente nel fatto che l’adempimento scrupoloso da parte di questa Amministrazione delle prescrizioni di legge, contenute nel T.U. Edilizia, si risolverà nella compressione o meglio nella totale distruzione di un bene di primaria importanza, la casa, che costituisce l’oggetto del diritto sociale fondamentale all’abitazione. La rilevanza costituzionale di tale diritto si fonda sui vari riferimenti espliciti ed impliciti alla casa contenuti in alcune disposizioni della Costituzione (art. 14, 29, art. 47), ma soprattutto discende dal carattere strumentale di tale bene rispetto al godimento degli altri diritti inviolabili dell’uomo di cui all’art. 2 della Carta fondamentale”. “Peraltro il fondamento giuridico del diritto all’abitazione – afferma Borriello - affonda le sue radici nel diritto internazionale che, attraverso diversi trattati e convenzioni ratificati, riconosce e protegge la casa: tra le fonti internazionali può ricordarsi l’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo, l’art. 11 della Convenzione Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali; l’art. 27 della Convenzione sui Diritti dell´Infanzia, gli art. 14 e 15 della Convenzione per l´eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, l’art. 8 della Convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la Carta Sociale Europea e l’art. 2 della Carta dei Diritti fondamentali dell´Unione Europea. Intanto, la drammatica vicenda si trasforma in un drammatico dilemma se si pensa che, stante l’inottemperanza da parte del privato, l’Amministrazione comunale per demolire gli immobili dovrà agire con la forza se non addirittura ‘violenza’ allo scopo di vincere l’intuibile resistenza degli interessati, evenienza questa che non solo porrà seri pericoli per l’ordine pubblico e la convivenza civile, ma esporrà l’Amministrazione locale ad un emergenza sociale non gestibile. In un tempo di crisi economica mondiale, come si potrà dare una risposta alle istanze di tutela e protezione provenienti dalle famiglie, che all’indomani degli abbattimenti si troveranno prive dell’abitazione, e come sarà possibile tutelare i diritti dei minori, degli anziani e degli altri soggetti in condizioni sociali o economiche svantaggiate coinvolti dalle demolizioni? Occorre domandarsi dove potrà l’Amministrazione reperire alloggi a basso costo o terreni accessibili ad un equo prezzo da offrire agli sfollati? Come Primo cittadino torrese e medico di professione non posso ignorare che le recenti ricerche hanno dimostrato che la disponibilità di un alloggio è condizione essenziale per la salute ed il benessere psico-fisico della persona e che, viceversa, la mancanza di un’abitazione ingenera, in chi è rimasto senza tetto sentimenti di fallimento, commiserazione e disprezzo di sé che frustrano il pieno sviluppo della persona umana. Occorre ammettere che l’Amministrazione di Torre del Greco, ma anche moltissime altre, è posta di fronte ad un bivio: attentare ai valori primari tutelati dalla Costituzione pur di rispettare le prescrizioni di cui all’art. 31 DPR n. 380/2001 oppure esporsi a responsabilità per inadempimento della norma sopra citata, pur di salvaguardare i diritti e libertà fondamentali dell’uomo”. “L’abusivismo costituisce una cancrena e piaga della comunità - conclude Ciro Borriello - ma è altrettanto vero che la risoluzione della problematica relativa al giusto contemperamento tra l’interesse urbanistico e i diritti fondamentali della persona non può essere scaricata sulle Amministrazioni locali, ma è demandata all’Autorità Giudiziaria e prima ancora compete allo Stato e prioritariamente al Legislatore nazionale cui spetta il compito di bilanciare gli interessi, fissando le regole di comportamento. Auspico che le istituzioni interpellate, per quanto di rispettiva competenza ed interesse, vogliano fornire il loro contributo per la risoluzione della complessa problematica che, a mio avviso, se non affrontata metterà a dura prova l’architettura democratica e solidale dello Stato Italiano”. Antonio Borriello portavoce del sindaco