A cura della Redazione

Il Grande Progetto Pompei completerà entro il 2018 l’intervento di restauro e di messa in sicurezza del Parco Archeologico di Pompei. A fine d’anno il generale Luigi Curatoli lascerà l’incarico di direttore generale del GPP perché si concluderanno le gare d’appalto.

Resta in campo formalmente l’impegno dell’alto dirigente statale sul versante della valorizzazione delle aree esterne agli scavi archeologici vesuviani. In primis, la realizzazione e la gestione del piano Unesco quale sintesi di diverse iniziative urbanistiche da parte delle Amministrazioni comunali (alcune rinnovate recentemente) dei nove Comuni vesuviani della buffer zone. Vale a dire il comprensorio che interessa i centri di Pompei, Ercolano, Oplonti e delle altre maggiori presenze archeologiche che furono scavate - a partire dalla fine del XVIII secolo - sotto ceneri, lapilli e la lava del Vesuvio.  

In una riunione che probabilmente il generale Curatoli fisserà per la metà del mese di ottobre (dopo l’annullamento di quella di settembre) si deciderà definitivamente sul progetto dell'hub ferroviario a Pompei nelle diverse versioni che stanno circolando sui mezzi d’informazione ed oggetto dei progetti di valorizzazione deliberati da diversi Comuni.

Tra questi acquistano un’importanza strategica preliminare quello di Pompei, che abbandona l’iniziativa di valorizzare l’area vesuviana di Civita Giuliana a favore del rifacimento urbanistico di tutta l’area che va da Porta Marina a Porta Anfiteatro, in cui si persegue l’obiettivo di ridisegnare via Plinio e le due piazze antistanti gli ingressi dal Parco Archeologico più frequentate da turisti, che grazie alla confluenza di diversi flussi di visitatori si candidano come area di accoglienza a ridosso dell’hub, che nascerebbe in concomitanza del punto di confluenza ferroviario tra rete Fs e Circumvesuviana o intermodale (con previsione anche di mezzi su gomma).

Appare alternativo al primo, il progetto dell’architetto catalano Josep Acebillo, proposto dall’associazione “Naplest et Pompei”, che sembra essere più funzionale agli interessi turistici del comprensorio del “Miglio D’Oro”, innestati sulla valorizzazione dei parchi archeologici, ma complementare al medesimo perché punta a canalizzare verso monumenti culturali di diverso interesse i flussi turistici attratti dall’archeologia romana intorno al Vesuvio.

Non è detto che tra i due progetti, che al momento appaiono alternativi, non venga trovata una sintesi. L’operazione tuttavia si presenta difficile. Perché una cosa è creare un punto di confluenza tra diversi tipi di mezzi di locomozione turistica. Altra è cancellare una forma di trasporto spostando la linea delle Ferrovie dello Stato su quella della Circumvesuviana con il sistema di “scartamento promiscuo” dei binari.

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