A cura della Redazione

«Alla fine nessuno di noi vince e nessuno perde. Dovremo impegnarci tutti per il bene di Pompei». La frase di Carmine Raimo, candidato a sindaco di “Pompei città ribelle”, spiega nel modo migliore la portata e la civiltà della competizione tra i quattro competitors pompeiani alla prima poltrona del famoso centro turistico: Pietro Amitrano. Gaetano Coccoli, Andreina Esposito e lo stesso Raimo, protagonisti di un dibattito pre elettorale nella sede del quotidiano Metropolis. Raimo ha messo in vetrina le differenze tra i programmi elettorali e qualche scontro diretto (specie tra Amitrano e Coccoli) basato sulle maggiori o minori responsabilità nell’attuale sfascio amministrativo di Pompei che formerà l’eredità lasciata al ceto politico dirigente che uscirà dalle urne l’11 giugno.

Gaetano Coccoli ha cercato di mettere a frutto due elementi a suo favore. In primis quello di essere partito organizzativamente per tempo elaborando un dettagliato programma elettorale. «Per me il programma è un contratto con gli elettori». Ha spiegato il leader di Programmiamo Pompei, che ha detto di essere il candidato a sindaco più giovane e che la sua formazione presenta candidati nuovi per Palazzo De Fusco. Propone di chiudere il casello Pompei Ovest dell’autostrada Napoli-Salerno perché pericoloso ma anche per redistribuire il flussi turistici a vantaggio del centro moderno.

Su un versante diverso il contributo, a più riprese, di Pietro Amitrano, che ha fatto tesoro della sua breve esperienza amministrativa (congiunta alla sua indipendenza morale dimostrata nel disimpegnarsi al momento opportuno). Potrà rivelarsi un valore aggiunto se sarà a capo della prossima giunta amministrativa di Pompei. E’ un augurio diretto ad Amitrano ed ai suoi competitori. Se sarà Amitrano sindaco è assicurata (a suo dire) nel Palazzo la presenza di un interlocutore aperto al confronto. Più che sulle leggi speciali e le fondazioni istituzionali (proposte dagli altri) per risolvere la problematica istituzionale con gli Scavi di Pompei, Amitrano propone di aprire un tavolo istituzionale a cui accostarsi (probabilmente) nell’alveo politico tracciato dal Partito Democratico.

Andreina Esposito ha, come nella sua abitudine nel confronto con gli elettori, basato il suo intervento politico sull’esperienza di operatore sanitario e sociale a diretto contatto con la fascia di popolazione di Pompei che più di altre merita tenerezza e comprensione, quella che più di altre soffre l’assenza del sostegno del Comune. La dinamica dottoressa aspirante sindaco incentra le sue proposte d’iniziative su parchi giochi, mezzi pubblici di collegamento tra piazza centrale e periferia. La sua proposta comprende l’incentivazione a rilanciare il commercio, tradizionale risorsa economica della città. La dinamica e gentile aspirante sindaco non ha mancato di far ricorso,ancora una volta, al suo carisma di donna di successo nel sostenere misure urgenti come l’importanza del rilancio dell’agricoltura valorizzando i prodotti agricoli tipici del territorio, presenti sulle tavole imbandite dell’Antica Pompei.

Carmine Raimo ha fatto notare come il degrado delle periferie parte dalle grandi opere (ha portato l’esempio della stazione della Circumvesuviana di Moregine). Si è soffermato sulle esperienze e conoscenze dirette dei candidati della sua lista. Tutti sotto i 30 anni ma già dotati di esperienza professionale alle spalle. Ha fatto anche Raimo il richiamo all’agricoltura, rimarcando lo spreco di molti fondi lasciati incolti. Spesso ai giovani viene lasciato poco spazio ma Raimo, nel suo intervento al dibattito, ha dimostrato la serenità di chi ha dalla sua la certezza della ragione. «Ho telefonato al Comune per prospettare la possibilità di incrociare un finanziamento europeo ma non ho incontrato neanche la soddisfazione di un valido interlocutore». Rappresenta, insieme ad altri giovani suoi coetanei, una generazione a cui, prima o poi, passerà il bastone del comando, nel frattempo non ostenta rancore nei confronti degli interlocutori più quotati.

Insomma al dibattito politico ognuno ha detto la sua. Non sono mancate le durezze inevitabili della competizione. La cosa importante è stata la dichiarazione unanime di rispetto della legalità nella competizione elettorale. «Non sporcare le mura di Pompei con manifesti elettorali fuori legge e non inquinare la morale pubblica con calunnie anonime ed infondate insinuazioni». E’ l’argomento condiviso dai quattro partecipanti al dibattito che si sono incontrati nella sede di Metropolis, moderati in forma imparziale dal direttore Raffaele Schettino.

twitter: @MarioCardone2

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