A cura della Redazione
La disponibilità offerta da Orsineri, dopo lo scandalo insorto a causa della notizia di stampa riguardo ad un presunto abuso edile paterno, ha incontrato l’approvazione della maggioranza dei pompeiani sull’eventualità di dimettersi dall’incarico di vice sindaco. Iniziativa che è apparsa ai più generosa e che, se incoraggiata, comporterà la restituzione delle deleghe amministrative. Al momento, dunque, la responsabilità sul futuro di Orsineri è nelle mani di Uliano. Lo stesso soggetto politico che ne ha avallato l’affermazione. Il prosieguo della storia ognuno se lo può immaginare. Alla fine è solo un giro di valzer. Al sindaco di Pompei si deve la designazione politica ai massimi livelli di un di un soggetto sprovvisto di consenso popolare. Parliamo dell’unica dote democratica che ha valore in politica. Uliano. Per farla breve, in materia di licenziamento del vice sindaco ha battuto il suo stesso predecessore che aveva fatto un torto del genere proprio a lui medesimo. Uliano è stato capace di superarlo assegnando prima il prestigioso incarico ad un suo diretto ex contendente per la poltrona di sindaco per poi mortificarlo con la sostituzione con un soggetto sprovvisto di un medesimo successo elettorale perché, a parte la stima del primo cittadino, prima della carica Orsineri era un illustre sconosciuto. La scelta del Vice sindaco (nel caso Orsineri) deriva oggettivamente solo dall’apprezzamento di Uliano. Ne consegue che l’avvicendamento nella seconda carica di Pompei é stata vista dalla stragrande maggioranza del corpo elettorale come segno di arroganza del massimo esponente politico della città, anche se si deve ammettere, per serenità intellettuale, che sulla base dei risultati successivi non si può dare torto ad Uliano, considerato quanto hanno prodotto, e soprattutto quanto tempo hanno durato tutti gli altri membri del suo esecutivo fino ad oggi. Orsineri, se non altro, si è reso protagonista di iniziative “coraggiose” riguardo ai divieti di sosta, alla volontà di influire sui flussi turistici e sulla mitigazione del traffico del centro storico di Pompei. Bisogna ammettere che anche se quelle decisioni hanno compromesso alcuni interessi privati radicati e consolidati sul territorio i suoi “divieti” hanno incontrato l’approvazione della dalla maggioranza dei pompeiani perché mirano a privilegiare il bene comune rispetto agli interessi di parte. Il problema di Uliano è anche un altro: la sua maggioranza sta franando rovinosamente. Si ha notizia di 3 consiglieri comunali che hanno pubblicamente minacciato di dissociarsene. Di frequenti liti nell’esecutivo. Di un documento politico in preparazione che dovrebbe ridimensionare il ruolo di un inquilino di Palazzo de Fusco. Di un altro assessore che starebbe per lasciare l’incarico in un clima di conflitto istituzionale perenne tra Chiesa e Comune. In un quadro così minaccioso, in cui l’esecutivo è letteralmente “blindato” nel rapporto con la stampa potrebbe mai Uliano privarsi di un collaboratore fedele e leale? MARIO CARDONE