A cura della Redazione
Con decretazione d’urgenza, che nell’ambito comunale è fatta risalire al vicesindaco Pietro Orsineri (titolare della delega sulla mobilità urbana), è stata sospesa l’autorizzazione d’ingresso nel centro storico di Pompei ai bus che trasportano pellegrini che durante il mese di maggio (dedicato alla Madonna) arrivano numerosi diretti al Santuario della Vergine del Rosario a cui il giorno 8 maggio è stata dedicata la rituale preghiera della Supplica con rito pubblico nella piazza centrale. Fino a ieri, ai mezzi turistici era interdetto l’ingresso al centro, con la sola eccezione per quelli diretti al Santuario che entravano da via Sacra, per poi giungere al parcheggio della Chiesa, sito al lato destro del campanile. Ora un’ordinanza del vicesindaco di Pompei, seguita da una nota informativa diretta al rettore del Santuario, avverte del cambiamento che influirà direttamente sui flussi turistici, spostando il baricentro degli interessi commerciali a favore di via Plinio, dal momento che i bus che non potranno più sostare negli spazi del Santuario si dirigeranno in gran parte al parcheggio comunale di piazza Falcone e Borsellino. L’iniziativa, secondo l’opinione pubblica, non rappresenta solo uno “sgarbo” che l’esecutivo dell’Amministrazione pompeiana fa alla Chiesa ma anche, e soprattutto, un danno economico che capita in un periodo in cui, nonostante le assicurazioni di segno opposto del sindaco Uliano nelle manifestazioni pubbliche, i rapporti tra le due Istituzioni (Chiesa locale e Comune) stanno diventando sempre più tesi. «Sono già entrati 170 bus di pellegrini per via Sacra (con la scusa di avere invalidi a bordo) in questo mese di maggio». Spiega il presidente del Consiglio comunale Alberto Robetti, per far intendere agli interlocutori che la disponibilità del vertice comunale che aveva un profilo di eccezione era stata recepita come una regola generalizzata. Il risultato è l’ingresso continuo di bus per via Sacra, diretti al cuore di Pompei. Così si intasa il traffico, si determina ogni tipo d’inquinamento e si danneggiano il turismo e la vivibilità della popolazione. Le opinioni sul recente provvedimento sono contrapposte. A riguardo si sono formati due partiti: quelli che restano nella convinzione che alla Chiesa di Pompei compete in ogni caso il primato, anche se si tratta di regolare meglio il traffico cittadino. Gli altri pompeiani, invece, sono dell’avviso che bisogna far prevalere sempre gli interessi generali rispetto a quelli privati, anche se il “privato” è un soggetto di tutto riguardo che si chiama Santuario di Pompei (vera e propria azienda con circa duecento addetti tra laici e sacerdoti). MARIO CARDONE