A cura della Redazione
L’avvocato Elio D’Aquino, coordinatore della lista civica “Città Nuova” nonché professionista considerato, finora, a torto o a ragione (per sua stessa ammissione) una delle personalità più vicine al sindaco Uliano e alla sua Amministrazione, se ne dissocia con argomentazioni collegate alle difficoltà che il sindaco boy scout sta incontrando nel rimettere in corsa una macchina amministrativa che ha le gomme bucate, il motore fuso e perde carburante. Il tutto senza avere dalla sua uomini ed attrezzi in grado di risolvere un problema che si aggrava ogni giorno di più. Al contrario, sarebbe necessario per Pompei un “comitato di salute pubblica” formato da risorse sane, creative e professionali. Le argomentazioni di D’Aquino sono arrivate ieri 17 aprile a Palazzo de Fusco, con una lettera indirizzata al primo cittadino, il giorno dopo le dimissioni dell’avvocato Marina Merenda da assessore del Comune di Pompei. Ci troviamo di fronte ad un nuovo caso Sica o, piuttosto, non sarebbe opportuno che Uliano ripensasse le sue scelte al fine di rendersi conto dove ha sbagliato? Solo il secondo comportamento sarebbe utile a restituire (come dice D’Aquino) “stabilità e credibilità” alla sua Amministrazione. Elio D’Aquino, inserito, prima delle elezioni, dai cosiddetti dissidenti, nella rosa dei potenziali candidati a sindaco di Pompei, rivela di aver rinunciato all’epoca a candidarsi in favore di Uliano. Di più. Per coerenza lo ha anche sostenuto in campagna elettorale, convinto che fosse la persona giusta per produrre una reale svolta alla politica pompeiana. L’arringa di D’Aquino sull’andamento dell’anno di amministrazione Uliano è stata da pubblico ministero (non da avvocato della difesa) e quanto mai dettagliata e circostanziata. Secondo lui, a Pompei la cultura dell’emergenza ha preso il sopravvento sul buon governo. Inoltre Uliano non sarebbe dotato di uno staff all’altezza del compito mentre frequenti litigi fra i componenti della maggioranza risulterebbero nocivi per il pubblico interesse. Conclusione: bisognerebbe liberare l’Amministrazione pompeiana dal favoritismo tipico delle comunità arretrate. L’esempio è riferito alla gestione Contenzioso (considerato che il preambolo è formato dalle dimissioni della Merenda) in cui il noto avvocato penalista si limita a criticare l’arbitrarietà nell’assegnazione delle consulenze ed i calcoli degli oneri legali senza però affondare il bisturi nelle viscere del malato. “Con la stessa lealtà e correttezza con cui finora ti ho sostenuto – conclude D’Aquino rivolto a Uliano - ti comunico che la mia personale distanza dall’Amministrazione che ti onori di rappresentare è tale da avermi indotto a comunicare ai consiglieri comunali Luigi Ametrano e Stefano De Martino di non considerarmi più di riferimento in iniziative politiche che possono interessare future scelte del loro gruppo consiliare". MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2