A cura della Redazione
Ci risiamo. E’ stato proclamato un nuovo stato di agitazione del personale degli scavi archeologici di Pompei. Il motivo di scontro tra Direzione aziendale e rappresentanze sindacali dei lavoratori è rappresentato in quest’ultimo caso dai turni stabiliti per le squadre di vigilanza che operano attualmente dentro il parco archeologico più visitato d’Europa. Pare che l’iniziativa nasconda l’intenzione della Direzione della soprintendenza di stipulare una convenzione con una società di vigilanza privata per il servizio di sorveglianza che al momento svolgono i custodi. Già si minacciano assemblee sindacali per i giorni 5, 6 e 7 novembre, dalle ore 8 alle 11, con evidenti ripercussioni negative sui flussi turistici. Tutto è partito con una disposizione di servizio del Responsabile del personale del Servizio di Vigilanza che reintegra due unità nella precedente squadra di appartenenza. Secondo i sindacati quella disposizione ha fatto saltare tutta l’organizzazione precedente che ripartiva equamente il personale di vigilanza. Secondo i rappresentanti aziendali dei lavoratori con il sistema messo in campo si è aggravata la sperequazione dei carichi di lavoro, sbilanciando il numero del personale di vigilanza, suddiviso in cinque squadre, che invece dovrebbe essere riequilibrato tenendo conto degli ultimi cinque pensionamenti. I sindacati dimostreranno con uno schema che la ripartizione del personale nei 5 turni predisposta dalla Direzione dei Beni Archeologici di Pompei non solo determina un aggravio di lavoro ma peggiora la sicurezza del sito e riduce la fruibilità delle domus visitabili dai turisti. In conclusione i sindacati chiedono una diversa configurazione del servizio di vigilanza e il rispetto degli accordi presi precedentemente a riguardo. Tanto è bastato ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali locali per proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia. La patata bollente passa nelle mani del soprintendente Osanna chiamato ad “intervenire celermente al fine di evitare fasi di conflitto sindacale che saranno messe in atto con tutte le forme di lotta consentite dalla legge al fine di tutelare gli interessi del personale. Parte intanto “in assenza” di iniziative del Soprintendente che puntino a calmare le acque la convocazione di assemblee del personale degli scavi archeologici vesuviani per i giorni del 5, 6 e 7 novembre. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2