A cura della Redazione
Un chiarimento sui limiti dei poteri e le responsabilità relativamente a permessi e concessioni nelle aree perimetrali degli scavi archeologici, sarebbe indispensabile per portare a risultati concreti i buoni rapporti dichiarati tra il soprintendente Osanna ed in neo sindaco di Pompei Uliano. Ci riferiamo, nello specifico, alle recenti iniziative di autorizzazione che riguardano le attività commerciali che prevedono l’occupazione di suolo pubblico in aree di demanio statale, dove le autorizzazioni le rilascia il Comune del Comune di Pompei mentre l’iter burocratico di concessione deve necessariamente tenere conto del parere vincolante della soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia, considerato che ci riferiamo nello specifico ad aree del demanio archeologico. Il caso recente di un chiosco di proprietà privata, dotato di spazio autonomo di circa 600 metri quadrati all’interno del recinto del parco archeologico di Pompei, ha riproposto la problematica dei limiti e attribuzioni dei poteri di concessione dal momento che, nello specifico, un imprenditore, fornito, a quanto lui stesso riferisce, di regolare autorizzazione comunale (che pare fosse datata) si è visto sequestrare dai carabinieri il materiale di arredo esterno che aveva intenzione d’installare sul prato privato al fine di l’accoglienza turistica del suo punto ristoro. L’intervento di sequestro da parte delle forze di polizia pare sia stato suscitato da specifica denuncia da parte del direttore del parco archeologico, Grete Stefani. Successivamente il tribunale di Torre Annunziata ha disposto il dissequestro di detto materiale, vanificando, nei fatti, l’intervento sanzionatorio precedente. Ora il medesimo imprenditore dal momento che intende reiterare l’intervento con nuova richiesta di autorizzazione di arredare con strutture mobili (gazebo, tavoli e poltrone da giardino ) il chiosco di proprietà, è incerto se limitarsi alla presentazione d’ istanza di occupazione di spazio pubblico per ristoro ed accoglienza dei turisti all’Ufficio Tecnico del Comune o deve essere lui medesimo (e non l’amministrazione comunale) a farsi carico di avanzare richiesta di specifica dettagliata autorizzazione anche alla direzione dell’Ente Scavi di Pompei. MARIO CARDONE