A cura della Redazione
L’incendio dei rifiuti, con emanazioni di gas tossici che si è verificato sabato 19 aprile nella contrada di via Civita Giuliana, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco ed acceso, a Pompei, una spinosa questione, che divide favorevoli e contrari, relativamente all’inserimento della città mariana nell’elenco dei Comuni della “Terra dei Fuochi”. E´ recente il provvedimento della Regione Campania che, d´intesa con il Ministero dell´Ambiente, ha inserito Boscoreale (confinante con Pompei) nel novero dei 31 Comuni che vivono giorno per giorno il dramma delle conseguenze sulla salute della loro popolazione legato ai roghi tossici. Una misura del genere potrebbe consentire agli abitanti di Pompei di beneficiare dello screening sanitario gratuito e di altre iniziative, previste dalla legge, a tutela del territorio e della salute dei suoi abitanti per contrastare gli effetti nocivi dell’incivile tradizione di appiccare roghi che attualmente sono quasi sempre tossici. Se è vero che il comune di Boscoreale è rientrato nel provvedimento perché ha sul suo territorio la discarica di rifiuti di Bosco dei Medici e si trova, inoltre, a ridosso della discarica “Cava Sari”, nel Parco Nazionale del Vesuvio, è altrettanto vero che in linea d’aria i due citati siti di raccolta rifiuti sono equidistanti sia da Boscoreale che da Pompei. Il fatto è che il ceto dirigente, ed in special modo i commercianti e gli operatori turistici, temono che l’etichetta di Comune incluso nell’elenco comprendente la cosiddetta "Terra dei Fuochi" possa far male all’immagine turistica della città. Ma a quanto pare non esiste alternativa, dal momento che nessuno si fa carico a Pompei di contrastare i fumi tossici, ogni anno problema sempre più frequente, considerato che in fin dei conti la salute dei figli (per le famiglie di Pompei) è pur sempre la cosa più importante. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2