A cura della Redazione
Sandro Staiano tiene fede a quanto aveva dichiarato fin dal primo momento sulla sua aspirazione a candidarsi a capo dell’esecutivo di Pompei: “Ho troppi impegni professionali per tornare a fare politica”. Dopo tre giorni passati in trattative serrate, si ritira senza preavviso, quando l’accordo sembrava felicemente concluso. Col suo "no" a sorpresa, spiazza gli interlocutori che già sventolavano le bandiere in piazza. Allo stesso modo i suoi presunti avversari politici e l’opinione pubblica. Dopo aver sentito gli inviti, le motivazioni e la strategia elettorale che dovrebbe mettere in campo, ritorna irremovibile al diniego iniziale. Ha disdettato a sorpresa la riunione che era stata indetta all’Hotel Amleto. I suoi amici personali assicurano di non essere mai stati convinti della sua candidatura. A questo punto indagare per conoscere le reali motivazioni di Staiano serve a poco. “Gli impegni e le scadenze che doveva onorare verso l’Università di Napoli lo hanno costretto a rinunciare”. Afferma Cirillo, leader del tavolo che ha provato a candidarlo alla guida di una larga coalizione che ai “dissidenti” della maggioranza aggiunge gli “eretici” del Partito Democratico insieme ai “fuoriusciti” del centrodestra. Sul fronte opposto si insiste sull’ipotesi (tutta da dimostrare) che Staiano si sarebbe trovato in un contesto dove gli sarebbe risultato impossibile cancellare un paio di nomi (a lui non graditi) dall’elenco variopinto degli alleati che si erano impegnati ad appoggiare in campagna elettorale la sua elezione a sindaco di Pompei. Il tempo impiegato a confrontarsi non è mai tempo perso in politica, perché apre nuove prospettive e possibilità di più larghe alleanze. E’ un dato di fatto che al tavolo dei dissidenti ha preso posto la componente che fa capo all’ex vicesindaco Alfano. Il candidato che è stato ipotizzato in subordine rispetto a Staiano è proprio suo padre (presidente del consiglio comunale nella prima amministrazione D’Alessio). Sul suo nome si divide la coalizione. Alcuni lo considerano la persona più competente per rimettere in sesto il bilancio comunale mentre, sul fronte opposto, altri ricordano agli alleati il comportamento di Salvatore Alfano prima, dopo e durante la campagna elettorale contro D’Alessio di dieci anni fa. Alfano ha amicizie in tutti gli schieramenti politici che si stanno formando. Situazione che non lo rende una persona politicamente affidabile quando deve guidarne uno contro gli altri. A questo punto i tempi stringono. Per questo fine settimana si dovrà definire la composizione di ogni squadra in campo: candidati a sindaco, liste di aspiranti al consiglio comunale. Solo allora si metterà mano al programma elettorale. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2