A cura della Redazione
Il motivo per cui le varie coalizioni che si sono formate a Pompei non riescono a trovare il candidato a sindaco (o per essere più precisi si trova con difficoltà e si deve ricorrere agli sconosciuti) è che, data la crisi economica, nessuno se la sente di spendere soldi in cene, aperitivi e conti del pasticciere (non sono più i tempi di una volta). La considerazione espressa poc’anzi si evince da un preciso e sarcastico comunicato stampa diramato del duo Avino – Visciano, che già dal titolo “delirio” fa presagire agli interlocutori un futuro da “brivido” nel mondo della politica di Pompei, diventato, oggettivamente, un vero e proprio manicomio. Concetto ribadito nel corso del comunicato con un preciso riferimento a “perversioni mentali” nei confronti (immaginiamo) di avversari politici che, anche se non sono nominati, si potranno scoprire interpretando il testo della nota. “Gli incontri li facciamo, ma alla luce del giorno”. Spiegano i due consiglieri comunali del “Centro Democratico”. Il nome della lista con cui questa intramontabile coppia di consiglieri comunali si presenterà al consenso degli elettori, probabilmente cambierà nella prossima tornata elettorale amministrativa. Ma una cosa è certa. Entrambi sono democratici e certamente sono anche di centro. Sono talmente di centro che pensano (ed operano) politicamente seguendo l’esempio dell’onorevole Casini, che si è sempre alleato con chi parte favorito alle elezioni. Una volta si chiamava fiuto politico. Lo stesso hanno fatto (o creduto di fare) Avino e Visciano, solo pare che, nel caso di specie, siano rimasti indecisi un po’ più a lungo del solito. Alla fine loro hanno preso una decisione ma pare che la parte politica “rifiutata” si sia lasciata andare in dichiarazioni “velenose” a mezzo della stampa locale. “Rammentiamo che la politica è confronto tra le parti, se si evita, è per paura di perdere un’investitura proclamata solo dal proprio gruppo”. Rispondono all’autore dell’attacco anonimo i due che, saranno pure moderati, ma fino ad un certo punto. Tra l’altro il contenuto della loro reazione fa capire anche il destinatario del loro telegramma. Riguardo, infine, le grosse spese delle campagne elettorali per cene, regali, gadget, manifesti giganti e pagine di giornali, corre voce che gli elettori pompeiani (che, è bene ricordarlo, sono anche contribuenti) preferiscono il basso profilo delle spese di propaganda elettorale dal momento che, in un verso o nell’altro, il conto finale sono sempre loro a salvarlo. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2