A cura della Redazione
Denunciati due transessuali che adescavano clienti sulle strade di Pompei. A questo si aggiunge l’iniziativa della stessa natura nei confronti di due prostitute rumene, che da qualche giorno avevano cominciato a frequentare le solite strade battute tradizionalmente dalle lucciole intorno agli scavi archeologici, nel territorio periferico sul lato occidentale della città. I carabinieri di Pompei, agli ordini del maresciallo capo Tommaso Canino, hanno beccato due donne che facevano sesso a pagamento in località Masseria Curato. Per loro e per i loro clienti è scattata la denuncia a piede libero per atti osceni in luogo pubblico. Sono ben 200 gli interventi di contrasto alla prostituzione posti in essere dagli uomini della Benemerita nel corso del 2013. La statistica interna alla caserma di via Lepanto è uno dei fiori all’occhiello della Stazione CC di Pompei. Un lavoro costante che va incontro alle particolari esigenze di mantenere la decenza e l’ordine pubblico su un territorio di particolare interesse per il culto cattolico, perché non è pensabile che in prossimità del Santuario della Madonna del Rosario circolino liberamente soggetti di ogni estrazione, sesso e colore della pelle che fanno pubblicamente commercio di prestazioni sessuali. La tutela del culto religioso, ma anche degli interessi turistici di Pompei, non consentono che tali forme di traffico illecite e contrarie alla morale corrente siano esercitabili senza contrasto. Peraltro, ha fatto sapere il maresciallo capo Canino, i duecento casi di contrasto alla prostituzione riscontrati nel 2013, documentabili con emissioni di fogli di via e denunce alla magistratura, sono riferibili a 40 soggetti. Il che fa concludere che per costringere una prostituta a non “battere” più sul territorio di Pompei, le forze dell’ordine la devono beccare almeno cinque volte. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2