A cura della Redazione
La sfiducia al sindaco Claudio D’Alessio anticipa i temi di una campagna elettorale che, a Pompei, sembra essere basata più sulle recriminazioni sull’Amministrazione, la cui esperienza è ormai conclusa, che su un programma elettorale innovativo, facce nuove e pulite e soprattutto professionalità nella gestione dei soldi dei contribuenti che sono sempre più pochi e devono, per questo motivo, essere spesi con oculatezza. Prima una parte della coalizione D’Alessio ha rinfacciato al sindaco di tramare sotto banco contro la solidarietà del ceto dirigente. Lo ha per questo motivo sfiduciato, sostenendo che la sua arroganza è causa del progressivo dissolvimento della sua maggioranza che, nonostante abbia ricevuto dal corpo elettorale un sostegno plebiscitario, l’ha dissipato fino allo sfascio finale. D’Alessio e i suoi al momento, almeno ufficialmente, hanno preferito il prudente silenzio, forse per non pregiudicare nella polemica contatti delicati in corso. Al contrario c’è chi commenta che sono le lotte interne su spartizioni e rivalità, celate ai cittadini dietro ad una barriera di spudorate menzogne, che hanno frantumato la maggioranza di governo di Pompei in tre spezzoni, staccatisi uno per volta determinando l’ingovernabilità presente e prospettica. Un comunicato prima, ed i commenti politici successivi, hanno messo in chiaro che era stato concordato un candidato per la poltrona di sindaco che era più un “cavallo di Troia” per stanare le intenzioni dell’avversario politico che un “cavallo vincente” per cavalcare il successo elettorale. Ieri ha chiarito la sua posizione Giuseppe Tortora, che ha smentito praticamente tutti, politici, stampa e commentatori, sulla vicenda della sua presunta nomination. Alla fine è stato così bravo da smentire anche se stesso, dichiarando che non ha mai deciso di candidarsi a sindaco di Pompei ma che ci sta pensando. La gente sta ancora assimilando questo ultimo ragionamento che ecco arrivare le argomentazioni di Ferdinando Uliano (foto), un altro presunto aspirante alla poltrona di primo cittadino, che sta riconsiderando la sua aspirazione nella prospettiva di un tavolo politico allargato. “Tengo a precisare ai cittadini che mentre io ho rinunciato alla cosiddetta poltrona all´inizio dei cinque anni, oggi, a soli tre mesi dalle elezioni, questa azione appare inutilmente purificatrice”. Argomenta Uliano, di cui per completezza bisogna ricordare che però aveva trascorso i cinque anni precedenti in compagnia di un sindaco “scomodo” di cui ognuno punta a liberarsi in vista delle elezioni. “La mia sfiducia al sindaco D’Alessio – prosegue Uliano – risale a tre anni fa. I miei ex colleghi, invece, hanno continuato a persistere ed a condividere le responsabilità di questa Amministrazione. Sebbene, infatti, taluni sostenessero di appartenere alla maggioranza e altri alla minoranza, tutti sono stati conniventi del degrado della nostra amata città”. Prosegue l’ex vicesindaco di Pompei, annunciando che a lui e l’Altra Pompei, la cordata di associaizoni coordinata proprio da Uliano, questo modo di fare politica “non ci appartiene. Anzi - prosegue - ribadisce la necessità di un rinnovamento dei metodi della politica che deve essere fatta da persone con dignità e moralità”. Alla fine del suo lungo comunicato Uliano mette in campo un ragionamento che gli fa onore: ”Non appoggiamo il sindaco D’Alessio che non doveva andare via ora, ma tempo fa mettendo fine al degrado in cui oggi ci troviamo. Noi lo abbiamo contestato e contrastato, denunciando i suoi soprusi con l’esternalizzazione del cimitero e della casa di riposo, o con l’affidamento dei servizi finanziari a Publiservizi. E’ lungo l’elenco degli errori - conclude Uliano - ma consiglieri firmatari, soprattutto della maggioranza, oltre a esser stati conniventi e aver appoggiato questo andazzo, hanno sostenuto una pseudo posizione con un atteggiamento becero che non appartiene alla vera politica, quella per la quale erano stati eletti dal popolo”. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2