A cura della Redazione
Un documento ha chiarito le ragioni di dissenso dei consiglieri comunali che si sono sganciati dalla maggioranza nell’ultima fase dell’amministrazione D’Alessio. “Potere decisionale scambiato per potere assoluto che ha fatto venir meno le basi della democrazia interna”. Si argomenta su un documento contro il sindaco a sette firme (Ametrano, Cipriano, Cirillo, Conforti, Malafronte, Marra, Matrone) che ha spiegato il senso di dovere amministrativo e lo spirito di squadra nella condivisione del nome di Giuseppe Tortora per la candidatura a primo cittadino alle prossime elezioni comunali, come sintesi di un percorso politico condiviso. Sarebbero state successivamente “L’amara scoperta ed il dispiacere di constatare l’ostracismo estremo e subdolo del primo cittadino nell’osteggiare tale candidatura” a causare il dissolvimento della maggioranza che ha sostenuto D’Alessio. Alla fine, se un vignettista dovesse rappresentare la sfiducia a D’Alessio, consacrata nel documento siglato nel giorno di vigilia della Befana, potrebbe disegnare una larga risata di soddisfazione incorniciata tra due grossi baffi. Il super assessore dell’amministrazione D’Alessio, prima versione, è stato il principale protagonista del suo successo elettorale ed ora trova motivo di soddisfazione nella sua bocciatura politica. E´ stato il vero e proprio uomo d’ordine della coalizione targata D’Alessio. Utile al capo in campagna elettorale, ha successivamente sorvegliato l’unita della maggioranza bacchettando eretici e contrastando avversari. L’amicizia tra due indiscutibili protagonisti della politica pompeiana degli ultimi dieci anni si è successivamente incrinata per cause ben note, con l’uscita dalla maggioranza dei quattro di “Unità e Impegno”. Cosa che non ha portato fortuna al sindaco di Pompei. Prima una dura contestazione dei commercianti al suo progetto di isola pedonale nel centro storico, seguita poi da noie giudiziarie comprensive di una condanna di primo grado. In un secondo momento hanno cominciato a sprofondare le tombe del cimitero ed a precipitare le automobili nel fiume Sarno. Sfortuna certo, ma anche il simbolo di un degrado insopportabile su cui indaga la magistratura. Sul piano politico il capro espiatorio è il primo cittadino, come prevedibile. Sono state apposte 14 firme davanti ad un notaio su un documento che ha lo scopo di far fare le valigie a D’Alessio in anticipo rispetto al suo mandato, ma lui si è premunito di lasciare numerosi segni della sua presenza al comando della città. Figurano tra i firmatari del documento contro di lui avversari politici della prima ora insieme ad opportunisti di tutte le bandiere ed a portatori di ritrovata verginità politica. Per questi ultimi la firma al documento vale un colpo di spugna al passato. Immediatamente sono partite le grandi manovre elettorali. Ci sarà una grande ammucchiata? Quale miglior starter di un Commissario Prefettizio? Al momento, in dirittura di partenza ci sono tre coalizioni principali. Tutte e tre si dividono almeno una parte dei meriti e dei demeriti di nove anni di amministrazione. Il corpo elettorale attende di fare un esame del quadro definitivo. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2