A cura della Redazione
Sarà effettuata probabilmente domani, martedì 5 novembre, l´autopsia sulla 75enne di Pompei, Antonietta Testa, deceduta pochi giorni fa presso l’ospedale civile di Castellammare di Stabia a seguito della rovinosa caduta dentro la fossa (di 5 metri di altezza) di un parente che era andato ad onorare in occasione della commemorazione dei defunti. All’inizio del ricovero la donna sembrava avere solo il femore e l’anca fratturati, ma le cose non stavano così perché in serata la poveretta è spirata, probabilmente a causa di qualche lesione interna. L’autopsia è stata disposta dal magistrato inquirente del Tribunale di Torre Annunziata, che ha immediatamente aperto un fascicolo relativamente alle responsabilità dei due dirigenti comunali a capo della struttura tecnica (e quindi della sicurezza) del cimitero di Pompei (relativamente ai periodi in cui hanno diretto il comparto). L´inchiesta mira a chiarire le cause precise della morte della Testa, per cui pare che siano anche sotto vaglio le responsabilità dei medici dell’ospedale stabiese che hanno avuto sotto cura la donna ricoverata in pronto soccorso a seguito della caduta. L’autopsia interverrà (al più presto) solo oggi mentre il cadavere della donna giace in una cella frigorifero dell’obitorio di Castellammare dal 30 ottobre, giorno del decesso, nell’attesa che i tempi burocratici mettano in condizione i diretti congiunti della sfortunata settantacinquenne pompeiana di svincolare la salma dagli impegni processuali e celebrare finalmente le esequiei. “E’ uno strazio - hanno dichiarato i congiunti dell’anziana vittima - non avere nemmeno la consolazione di celebrare il rito solenne dopo la ferale notizia”. A seguire il caso giudiziario, insieme al magistrato inquirente, è intervenuta fin dal primo momento, sul piano operativo, la polizia di stato di Pompei diretta dalla vice questore aggiunto Maria Rosaria Romano. Nel frattempo la Pro Loco di Pompei ha annunciato, tramite il suo portavoce Agostino Ingenito, la disponibilità a costituirsi parte civile (evidentemente a difesa dell’immagine della città) nel processo che potrebbe essere celebrato su un incidente inverosimile, su cui la popolazione ha finito per giocare i numeri a lotto. MARIO CARDONE