A cura della Redazione
Si rinnova, giovedì 31 ottobre, negli scavi di Pompei una tradizione che dura da 14 anni, la vendemmia nel parco archeologico. La raccolta delle uve che produrranno il pregiato vino Villa dei Misteri si svolgerà, come negli anni precedenti, a cura degli operai di una rinomata casa vinicola della Campania, che opera congiuntamente alla Soprintendenza di Pompei nella produzione di un vino che, se non è lo stesso, è prodotto con le medesime uve di duemila anni fa. I vigneti sperimentali che sono stati rimessi a coltura negli scavi di Pompei sono quelli del Foro Boario, del Triclinio estivo, della Domus della Nave Europa, della Caupona del Gladiatore, di Eusino, e nell’Orto dei Fuggiaschi. Giornalisti e fotografi sono stati chiamati ad assistere al taglio delle uve presso il vigneto del Foro Boario, dove all’interno della cella vinaria è esposto un modello di torchio vinario che resterà visitabile al pubblico fino alle ore 13. A fare da "ciceroni" saranno l’archeologo Ernesto De Carolis, responsabile del Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza, e gli esperti della casa vinicola. Nell’occasione saranno spiegate le tipicità di una produzione a numero di bottiglie limitate e certificate che sono destinate a rappresentare Pompei sulle più prestigiose mense del globo. Ricordiamo che pochi anni fa la produzione fu donata a tutte le ambasciate d’Italia all’estero. L’esperimento fu avviato nel 1994 dalla dottoressa Anna Maria Ciarallo su un’area limitata degli scavi, grazie agli studi di botanica applicata all’archeologia condotti dal Laboratorio di Ricerche Applicate che la medesima funzionaria della Soprintendenza diresse per molti anni, ed alla collaborazione dell’azienda vitivinicola campana. La vendemmia attualmente si è estesa a tutte le aree a vigneto delle Regiones I e II dell’antica Pompei, per un’estensione di poco più di un ettaro ripartito su dodici appezzamenti di diversa estensione e per una produzione potenziale di circa 30 quintali per ettaro. Il vino Villa dei Misteri, realizzato con uve della qualità piedirosso e sciascinoso, e dalle caratteristiche uniche in quanto prodotto secondo le tecniche di viticoltura di duemila anni fa, rappresenta un modo unico e singolare per raccontare e far conoscere Pompei con la sua cultura e la sua tradizione antica. E´ inoltre elemento di valorizzazione e al tempo stesso di difesa del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. MARIO CARDONE