A cura della Redazione
Sono all’esame degli uffici tecnico e legale del Comune di Pompei i numerosi reclami (lettere anonime ma anche esposti regolarmente firmati) pervenuti al Protocollo contro la gestione privata dei servizi del cimitero. Il dato comune di quelle missive riguarda la scadente qualità dei servizi (che comunque non sarebbero conformi al capitolato) ed il mancato rispetto delle tariffe prestabilite che non possono aumentare a piacimento. C’era da aspettarselo. Dal momento che, già prima della partenza della gestione privata, contro la famigerata delibera 60/2011 c’è stato un serrato dibattito in consiglio comunale mentre, contro la stessa, si erano espressi in precedenza 2.400 cittadini che hanno depositato le firme per indurre il sindaco Claudio D’Alessio (foto) a ritirarla, in rispetto del sentimento della maggioranza della popolazione di Pompei che non tollera l’dea che la gestione della salma del proprio defunto diventi oggetto di business. L’Amministrazione comunale, come mai prima d’ora, è rimasta in questo caso sorda ad ogni forma di pressione ed ha proseguito con intransigenza sulla sua strada in una logica di spending review, con lo scopo di far partire al più presto le opere di restyling del cimitero di Pompei, da anni gestito in via provvisoria. L’affidamento della gestione dei servizi cimiteriali è stato assegnato, dopo l’espletamento della gara d’appalto, alla Mirca Sas per ventidue anni. Il tempo necessario per rientrare delle spese di ammodernamento. La ditta del business del caro estinto di S. Maria la Carità ha ricevuto in appalto i servizi riguardanti la gestione cimiteriale. Vale a dire la sua manutenzione ordinaria, il servizio di custodia, quello di pulizia, il giardinaggio oltre alla manutenzione degli impianti elettrico ed idraulico. Inoltre, è stata incaricata ai servizi cimiteriali che riguardano le salme, il loro interramento e le inerenti operazioni amministrative previste dalla legge. Infine c’è la gestione delle lampade votive. L’aggio annuale che viene pagato all’Amministrazione comunale è di 50 mila euro. In definitiva, il costo per l’ammodernamento (rifacimento delle strutture e degli impianti elettrici, ecc.) del cimitero è stato stimato in circa 670 mila euro mentre i costi annuali ammonterebbero a 243 mila euro. La gestione delle lampade votive ammonta a 293 mila euro all’anno. La differenza tra costi e ricavi si aggira sui 51 mila euro. A questi ricavi, si dovranno aggiungere quelli derivanti dalla realizzazione di 612 loculi che saranno costruiti con i soldi anticipati dai cittadini assegnatari. MARIO CARDONE