A cura della Redazione
I Guappecartò in concerto al Pompeilab di via Astolelle. Venerdì 19 luglio, ore 22.30, la band sarà protagonista di uno show davvero entusiasmante. I Guappecartò interpretano un repertorio personale atemporale e aperto. Una musica d’altri tempi, ostinata e profonda, che oscilla tra sonorità zingare e mediterranee, d’un’efficacia schiacciante… Guappecartò è un gruppo di musicisti formatosi a Perugia, in Italia, nella primavera del 2004. Dopo incessanti esibizioni per strade e piazze, trovano l’inaspettata compattezza grazie ad un progetto di Madleine Fisher che propone loro la creazione della colonna sonora del film « Uroboro », realizzato dalla stessa Fisher. Nascono così 19 canzoni (la cui maggior parte sono tuttora eseguite) e con esse la vera identità del gruppo che fa della musica la propria ragione di vita. Prende il via, così, un’intensa stagione di concerti nel centro e sud-Italia in occasione di Umbria Jazz e innumerevoli festival dove mietono successi ad ogni tappa. Poi, nell’agosto 2005, decidono di partire alla volta della Francia, dove attualmente si sono stabiliti, al fine di diffondere la loro musica oltre i confini. Proveniente ognuno da esperienze e gusti musicali diversi, Dottor Zingarone (fisarmonica e tamburelli), Frank Cosentini (chitarra) , O’ Malamente (violino) e, recentemente, Pierre La Braguette (contrabbasso), e ‘O Professor (percussioni) danno origine ad un’ ordigno che ancora oggi risulta difficile definire : si propongono come un laboratorio di musiche cosmopolite pur rimanendo fedeli ai suoni della propria cultura popolare. Ed è per questo motivo che amano definire la loro musica « musica guappa », poiché quest’ultima non resta vincolata a nessun genere in particolare ma spazia in tutte le sfaccettature che la musica in quanto tale offre. Sicuramente sono molto presenti la componente zingara così come la mediterranea . Ma ugualmente giocano un ruolo centrale il valzer ed il tango che si mescolano ad arie che sfiorano la musica classica, a tratti brucianti, sanguinanti, che richiamano anime partite e presenti, perdute. Il risultato è una musica d’altri tempi, ostinata e profonda, che fornisce ai Guappecartò l’opportunità di esprimere sotto forma di note le esperienze raccolte nel corso della propria vita.