A cura della Redazione
E’ stato celebrato con una "festa dell’acqua" il secondo anniversario dei referendum abrogativi che sancirono il concetto di base che l’acqua è un bene comune, che deve essere necessariamente a disposizione di tutti. Ha due anni ma non li dimostra la vittoria politica che ha segnato la restituzione dell’acqua al pubblico come bene primario e indivisibile. Un successo ottenuto con un referendum nazionale che a Pompei, è bene dirlo, ha toccato il traguardo del 54 per cento dei consensi, superiore alla media nazionale. Il fatto è che, per quanto riguarda la Regione Campania, la Gori Spa che gestisce la rete idrica continua ad operare con la partecipazione dei privati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le tariffe continuano ad aumentare e, al contrario, la qualità dei servizi di erogazione dell’acqua e la sua purezza sono rimasti scadenti come prima. Per le prossime bollette di settembre si prospetta,a Pompei come altrove in Campania, un aumento delle tariffe che si avvicina al 20 per cento. Solo pochi sindaci hanno votato "no" a questi rincari. Tra questi, il primo cittadino mariano, Claudio D´Alessio (foto). La festa di sabato 29 giugno al centro sociale PompeiLab, è stata a questo punto un’occasione per rivedere le forze in campo, esaminare i risultati raggiunti e contribuire all’elaborazione di una strategia che comporti la realizzazione pratica del risultato sancito dal referendum abrogativo del 2011. Che (come in casi precedenti) rischia di essere vanificato da nuove leggi ed atti di governo che finiscono con il riaffermare la continuità dell’esistente, come se la volontà dei cittadini non valesse niente. Si tratta invece di liberarsi del capitale privato (che punta ai profitti) dalla gestione dell’acqua pubblica, che è un bene primario, che non può essere negato a nessuno. Le persone convenute al centro sociale hanno dibattuto con esponenti delle associazioni che hanno gestito la campagna elettorale dei referendum ed ora seguono le esperienze di altri Comuni, come Nola. Qui i cittadini respingono le bollette e Roccadaspide, dove il sindaco si è rifiutato di consegnare la rete idrica alla gestione Gori. Dopo le recenti elezioni amministrative, i nuovi sindaci di Portici e di Castellammare di Stabia si sono impegnati a non avallare nuovi aumenti di tariffe. Da segnalare gli interventi di alcuni partecipanti al convegno che hanno proposto la creazione di un movimento di lotta che rifiuti inesorabilmente, anche a Pompei, il pagamento delle bollette, considerato che l’erogazione dell’acqua non può essere interrotta come il telefono o la luce elettrica, perché si tratta di un bene essenziale. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2