A cura della Redazione
E’ stato fissato per lunedì 17 giugno prossimo il sorteggio per le diciotto postazioni dove saranno ubicati i banchi fissi di vendita (una volta itineranti) dedicati al commercio di souvenirs per i pellegrini che arrivano numerosi a Pompei (sono state calcolate tre milioni di visite l’anno, per la durata media di 2-3 ore ciascuna). Al sorteggio, previsto alle ore 10, procederà il dirigente del VII Settore, Venanzio Vitiello, che dovrà abbinare ogni bancarella ad una postazione. I siti previsti per le postazioni fisse definitive dei banchi di vendita sono tre: piazza Falcone e Borsellino (molto contestata perché considerata in posizione sfavorevole dai rivenditori di souvenir religiosi), Piazza Immacolata ed il tratto cieco di via Roma, all’angolo della piazza dove è sito il Santuario della Madonna del Rosario. Problema analogo (per la sistemazione dei banchi turistici di piazza Esedra e Villa dei Misteri) si presenterà in un secondo momento per i banchi di vendita di guide turistiche ed oggetti che riproducono reperti archeologici. In questo secondo caso, il numero delle licenze rilasciate dal Comune di Pompei è superiore alle postazioni di vendita, per cui il dirigente Vitiello sta studiando l’occupazione di nuovi spazi pubblici da destinare al commercio al minuto rivolto al settore turistico-archeologico, normalmente considerato più ricco di proventi. Per tale motivo, i bancarellari degli scavi vengono definiti i parenti ricchi dei colleghi del centro moderno. Questa distinzione dei gestori di bancarelle tra "ricchi e poveri" ha fatto nascere polemiche e gelosie da tempi immemorabili che perdurano oggigiorno. Anzi, tendono ad acuirsi anche per le contestazioni avverso le ordinanze del sindaco, determinato, a quanto si dice, a mettere ordine nel settore commerciale ex ambulante. Clamorosa la protesta su queste tematiche nel corso della celebrazione dell’ultima Supplica dello scorso 8 maggio. In quell’occasione la città di Pompei è stata tappezzata di manifesti a lutto che annunciavano la fine del commercio a Pompei. Iniziativa che non è piaciuta al sindaco D’Alessio, che ha deliberato con la sua giunta di chiamare in giudizio i responsabili di un’iniziativa che è stata considerata lesiva dell’immagine della città. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2