A cura della Redazione
Dalla costituzione della Gori Spa agli ultimi provvedimenti della Regione Campania, qualla della gestione dell´acqua è una storia in cui è stata ancora una volta tradita (come per il finanziamento ai partiti politici) la volontà popolare. Con il referendum del 2011 gli italiani hanno inteso estromettere gli imprenditori privati dalla gestione dell’acqua. Nella saletta conferenze del centro sociale Pompeilab sono intervenuti Giuseppe Grauso del comitato di Nola (avvocato che segue i ricorsi promossi dai comitati della rete Ato3 contro le delibere della Gori) ed Enzo Ruggiero, del comitato di Portici. Al Pompeilab, mercoledì sera, è andata in scena la storia di una struttura a capitale misto (pubblico–privato) che ha messo le mani sull’acqua, risorsa pubblica primaria. E’ stata raccontata anche la cronaca del contrasto (prevalentemente giudiziario) messo in campo dagli attivisti volontari che operano nella Rete Civica Ato3. Sono stati ricordati i passaggi che hanno fatto nascere prima l’Ente d’Ambito e successivamente quello di gestione, vale a dire la Gori. In tutta questa storia i comitati locali (presenti esponenti di Nola e di Portici) hanno raccontato le loro lotte contro gli aumenti delle tariffe, a cui si sono opposti pochi sindaci (tra i quali quello di Pompei, Claudio D’Alessio). Al momento, nella gestione dell’acqua non è cambiato praticamente nulla. I privati non si sono ritirati dall’Ato3 e, francamente, pare che si stia travisando lo spirito di partenza della lotta, che ha motivato le tematiche del suo precursore, il padre comboniano Alex Zanotelli (come mai non ha presenziato all’incontro?). Pare che la spinta attuale dei comitati (tra i quali Federconsumatori) sia tesa a contrastare le nuove tariffe (con progressivi rincari) piuttosto che a pretendere l’estromissione dei privati dalla gestione dell’acqua pubblica, intervenendo in questo modo per tamponare l’effetto anziché per eliminarne la causa, dimenticando che se non s’interviene sull’economicità della gestione del prezioso liquido, il peso del suo costo esorbitante continuerà (al di là delle tariffe) a gravare sulle spalle dei contribuenti. Da poco l´Autorità per l´Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio Idrico Integrato, sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell´acqua che restasse fuori dalle logiche di mercato. E’ necessario, pertanto, riprendere la lotta con maggiore incisività, ma è altrettanto importante indirizzarla nella direzione giusta in un contesto globale di cambiamento. A livello locale, nel corso del dibattito, è partito l’invito al sindaco D’Alessio di intervenire nel consesso consorziale dell’acqua per far partire (insieme ad altri) un indirizzo innovativo riguardo alla dimensione della sua struttura ed agli indirizzi gestionali nel segno dell’economicità, che sostengano le minori tariffe praticabili. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2