A cura della Redazione
«Non se ne parla nemmeno, al momento, di abbandonare l’occupazione dell’aula consiliare». Parola del presidente Ascom di Pompei, Fabio Acanfora, che insieme ad una sessantina di commercianti del centro moderno, anche di altre sigle, presidiano l’aula della Casa comunale. Il motivo della protesta è di esercitare pressione psicologica sul sindaco Claudio D´Alessio affinché accolga le richieste urgenti della categoria. I commercianti chiedono, oltre all’abolizione del ticket d’ingresso di 80 euro per i bus turistici, che si deve pagare a partire da giugno, la disponibilità per parcheggi delle maggiori piazze di Pompei e la creazione di nuove aree di sosta per automobili di cui c’è una fame immensa. Il fatto è, a dire dei commercianti, che gli scarsi visitatori del centro moderno non trovano il posto di sosta della loro automobile quando entrano in un negozio. A questo punto tanto vale mettere il lucchetto alle saracinesche delle attività. Se si esce dall’aula comunale, si attraversa il corridoio, si arriva alla stanza del sindaco D’Alessio, dove lo si incontra mentre è intento a fare i conti con i dirigenti del settore tecnico e della finanza. «I commercianti premono per risposte immediate – è il ragionamento di Claudio D’Alessio –. Ma le loro richieste prevedono fondi che mancano nel bilancio comunale. Questo è uno dei principali motivi che ci ha indotti a tassare i bus turistici in ingresso». Alla fine, nel profondo contrasto che divide commercianti del centro ed amministrazione comunale sull’iniziativa della ztl con pagamento di pedaggio, ci troviamo dinanzi alla situazione tipica del cane che si morde la coda. A peggiorarla entrano in gioco rancori personali, dissensi e diffidenze. D’Alessio è convinto che dietro al vento della discordia ci sono le lobby napoletane dei trasporti turistici che osteggiano la tassa locale per evidenti interessi di categoria. Se è vero, però, come afferma un potente agente di viaggio come Cuccari, che i turisti, che arrivano in crociera a Napoli, quando vanno in visita agli scavi archeologici di Pompei vi sostano una sola ora, è altrettanto vero che se, dopo l’istituzione della tassa comunale, lui li dirotta altrove (per esempio a Ercolano) fa solo un dispetto a se stesso (e ai suoi interessi) mentre non produce alcun danno concreto a Pompei, che nell’immaginario collettivo resta al primo posto nella scala di preferenza dei turisti. Altro problema riguarda l’ordine pubblico, che a causa delle tensioni di questi ultimi giorni preoccupa praticamente tutti: forze dell’ordine, ceto politico e società civile. In primis è convinzione generalizzata che l’incidente che ha provocato il ferimento di un giovane dimostrante si ricomporrà in breve tempo, perché a Pompei i rapporti sono di natura amichevoli, per cui una volta sfumato il nervosismo si troverà un modo per chiarirsi. Detto ciò, è giustificata la preoccupazione sul futuro di una vertenza dura e imprevedibile. In questo clima è scattata l’iniziativa di sette consiglieri comunali di opposizione (di diversa estrazione politica) che insieme a Maurizio Cipriano, della maggioranza, hanno richiamato l’attenzione del Prefetto di Napoli chiedendogli espressamente di vigilare, in primis, sull’atteggiamento delle forze dell’ordine perché esse, in un primo tempo, hanno presidiato l’aula comunale occupata dai manifestanti, vietandone l’accesso agli esterni. MARIO CARDONE