A cura della Redazione
“Il senso del mio invito ai rappresentanti sindacali dei dipendenti comunali era collegato all’intenzione di informarli che l’Amministrazione ha intenzione di far recuperare i soldi (circa 30 euro) dell’indennità di terminale, che deve essere cancellata dalla busta paga, con un equivalente premio di produttività”. E’ quanto ha tenuto a precisare recentemente il vicesindaco Claudio Alfano, che è delegato al personale nella giunta D’Alessio, al fine di chiarire di non essere uno sprovveduto in materia di relazioni sindacali. Nel senso che con la sua iniziativa non puntava alla convocazione formale della delegazione trattante. Iniziativa (di convocazione) che notoriamente è stata rimandata al mittente dalle rappresentanze aziendali dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil e dalle relative segreterie provinciali, per il semplice motivo che detto tavolo può essere solo convocato dal vertice aziendale, non dalla politica. “E’ chiaro che al contrario dell’indennità di terminale, che era automaticamente corrisposta mese per mese in busta paga, il premio di produttività, i dipendenti del comune di Pompei, se lo dovranno in futuro meritare sul campo con il raggiungimento degli obiettivi concordati”. Ha concluso Alfano, il cui intervento, come si è detto, ha scatenato la reazione dei sindacati perché con la vita che aumenta giorno per giorno e lo stipendio che è rimasto lo stesso, da anni, proporre di tagliere un solo euro significa scatenare la guerra, compromettendo la collaborazione interna all’Ente. Ecco il motivo per il quale la dichiarazione del vicesindaco Alfano, se è valida per spiegare il senso del suo intervento, non è sufficiente a placare le acque del dissenso del ceto impiegatizio del Comune, che non ha nessuna intenzione di mettere sul piano dell’incertezza un’indennità accessoria che veniva corrisposta tradizionalmente da circa quindici anni. MARIO CARDONE