A cura della Redazione
Due milioni settecentomila euro è il costo del progetto redatto dall’ufficio tecnico del Comune di Pompei, mentre l’ingegnere Robetti (consigliere comunale d’opposizione) asserisce di aver formulato una proposta alternativa più conveniente. Un milione quattrocentomila euro è il costo che viene fuori dal suo preventivo. Assicura Robetti: ”Saranno compresi nel prezzo anche gli accessori, luce, portafiori, portafotografie e varie”. Ci vorrebbe una laurea in ingegneria per essere sicuri di ricevere una dignitosa sepoltura dentro al cimitero di Pompei prima di chiudere definitivamente (e si spera serenamente) gli occhi. Pare che la materia del contendere sia spinosa o, forse, qualcuno la rende tale per oscuri motivi. La discussione tecnica a distanza tra il consigliere comunale d’opposizione Alberto Robetti ed il dirigente del VI Settore, Andrea Nunziata, è nata su un preciso mandato del sindaco e dall’assise comunale di rivedere insieme, specialmente riguardo ai costi, il progetto di realizzazione di circa 600 loculi nel cimitero di Pompei. Da quando Robetti ha ricevuto l’incarico, è stato un continuo batti e ribatti tra lui e Nunziata, perché una volta si cercano ma non s’incontrano, e la volta successiva succede l’esatto contrario. Il risultato è che non trovano il modo di collaborare su una questione che sta a cuore a tutte le famiglie: quella di trovare l’estrema dimora al caro estinto. Ultimamente, una nota del dirigente del VI Settore ha informato il consigliere Robetti che l’assegnazione dei loculi nel cimitero di Pompei andrà avanti anche senza il suo contributo professionale, considerato che sarebbe in ritardo con la sua proposta. Immediata la risposta di Robetti, che si è risentito dell’atteggiamento scarsamente collaborativo del collega ed hacominciato a chiedersi, alla fine di un articolato chiarimento: “perché il dirigente Utc osteggia il progetto? Perché spinge per realizzare il progetto con loculi tutti in vetroresina?”. Le ipotesi sono tante ma ai cittadini interessa il risultato finale: risparmiare e stare comodi nell’ultima dimora, nella convinzione, forse ingenua, che non ci saranno speculazioni sui defunti. MARIO CARDONE