A cura della Redazione
Sei mesi di controllo a tappeto, riguardanti in special modo l’area contigua gli scavi archeologici di Pompei, hanno consentito ai carabinieri di portare a casa un bottino di risultati nel contrasto all’illegalità che ha pochi precedenti nella città mariana. Il tutto è intervenuto nel cambio del vertice della locale caserma, affidata recentemente al comandante Tommaso Canino, e del posto fisso degli scavi di Pompei, dove è arrivato un giovane motivato, segnatamente il brigadiere Pocobello, che insieme al collega che opera insieme a lui nel perimetro fuori le mura di Porta Marina, si è distinto nell’attività di contrasto all’attività di guida turistica abusiva (vale a dire senza l’autorizzazione regionale che è contraddistinta dall’esposizione al pubblico dell’apposito distintivo che le guide sono tenute a portare, ben in vista, durante l’esercizio della professione). L’attività dei carabinieri, insieme a quella, parimenti importante delle altre forze di polizia, ha comportato, in un primo momento, la denuncia di un custode per guida abusiva. Successivamente c’è stata la segnalazione di un Info Point che aveva fornito informazioni scorrette ad una comitiva di turisti americani relativamente al nolo di audio guide. I controlli massicci all´interno degli scavi hanno riguardato anche gli stranieri che abusivamente espletano attività di guida turistica, senza alcuna autorizzazione valevole per il territorio pompeiano. Sono stati fatti anche controlli minuziosi all’attività espletata dagli esercizi commerciali e dai venditori ambulati che spesso occupano spazi eccedenti a quelli consentiti. Numerosi, poi, i verbali elevati per il cosiddetto fenomeno dei "chiammisti", che hanno riguardato l’attribuzione di contravvenzioni ai sensi di un´ordinanza sindacale. In numero considerevole, in alcuni casi fruttuosi, sono stati i controlli, con identificazione dei soggetti, di persone sospette mirati alla repressione di furti, scippi e borseggi ai danni di visitatori stranieri. Una menzione a parte merita il contrasto all’esercizio della prostituzione, fenomeno oramai radicato da anni a Pompei, perché le “donne da marciapiede”, anello debole di una catena di delinquenza purtroppo diffusa nel territorio confinante, che sconfina appena si abbassa la guardia a Pompei, si sentono tutelate sul territorio rispetto a forme reiterate di violenza che hanno imposto il pizzo anche a loro che non riescono neanche a campare. MARIO CARDONE