A cura della Redazione
La prima iniziativa del sindaco Claudio D’Alessio, al rientro delle vacanze estive, è stata quella di convocare una riunione a tre sulla problematica dei rifiuti con l’assessore Amato La Mura ed il dirigente Michele Fiorenza. Che la raccolta differenziata non migliori (in percentuale di riciclabile) da tempo a Pompei è un fatto commentato negativamente da molti e sotto monitoraggio dall’Ente comunale. Solo ad inizio anno c’è stato l’exploit del 50 per cento di secco rispetto al materiale differenziato. Il dato eccezionale, che non si è ripetuto nei mesi successivi, è collegato all’iniziativa di effettuare la raccolta generalizzata, una tantum, degli ingombranti. Nel corso del periodo estivo non solo non è stato migliorato il dato ma, quel che è peggio, il servizio non è stato sufficiente, soprattutto non è stato adeguato al costo che i cittadini affrontano nel pagamento della tassa. In alcuni casi, per problematiche interne, la spazzatura non è stata ritirata ed è rimasta fuori agli edifici condominiali fino al giorno seguente. Questo è il motivo che mette l’efficienza del servizio di raccolta rifiuti al primo posto nell’agenda del sindaco di Pompei, perché influenza oltre al settore ambientale anche quello finanziario, con implicazioni dirette sul bilancio municipale e in quello familiare, dal momento che alla fine a pagare sono sempre i cittadini onesti. L’assessore La Mura, nell’occhio del ciclone per le critiche piovute sul servizio, si è detto tranquillo. “In pochi giorni farò tornare il servizio a regime”. Così è stato. Nessuno mette in discussione la sua competenza. Fatto sta che i disservizi purtroppo si ripetono ogni estate, per cui è il caso di avere un chiarimento a riguardo con i vertici dell’azienda che ha in appalto la gestione della nettezza urbana. Il nocciolo del problema è di costi e benefici. In poche parole è un problema di soldi. L’Igiene Urbana da tempo richiede una revisione del contratto sulla base di oggettivi aumenti di costi (come ad esempio il prezzo del carburante) mentre l’Amministrazione, sottoposta al controllo della Corte dei Conti, punta a tirare avanti, magari fino alla scadenza (settennale) del contratto anche se prossimamente potrebbe nascere una trattativa sul terreno del compromesso. Nel frattempo, l’attenzione si sposta sull’ingranaggio dei controlli che non sembrano oleati a dovere. In questo ambito non ci sono alibi che valgono. MARIO CARDONE