A cura della Redazione
Diminuiscono i visitatori agli Scavi di Pompei. Antonio Pepe, sindacalista Cisl, se la prende con la soprintendente archeologa Teresa Elena Cinquantaquattro, che mantiene chiusi molte domus ed edifici pubblici che sarebbero visitabili solo se si provvedesse alla mancanza locale di custodi, trasferendone un congruo numero da altri siti del territorio vesuviano di dimensioni ridotte e meno visitati dai turisti. E’ una guerra tra poveri quella che coinvolge i custodi dei vari siti archeologici vesuviani. Il rappresentante sindacale Cisl, approfittando della notizia trapelata dall’Ufficio Statistiche della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, secondo cui dal 1 gennaio al 31 agosto 2012 si è registrato un calo di visitatori, rispetto all’anno precedente, di 44.721 unità (paganti), ha dichiarato in una circolare sindacale che la causa del flop è la carenza di personale a Pompei. Secondo Pepe, la diminuzione di visitatori, che dal 1 gennaio al 31 agosto di quest´anno sono stati 623 mila 473, è dovuta alle numerose case che non è possibile visitare regolarmente (alcune perché sono da restaurare, ma la maggior parte per la mancanza di personale di sorveglianza). Queste sono le conclusioni del dirigente sindacale Cisl: dal momento che nella Soprintendenza partenopea mancano non meno di 500 custodi, dovrebbe essere diviso equamente il lavoro di sorveglianza tra il parco archeologico di Pompei e gli altri monumenti (parimenti importanti ma meno estesi e poco visitati, al contrario di Pompei). «A Pompei - spiega Pepe -, con 28 custodi mediamente in servizio, si deve garantire la sorveglianza di un monumento che ha un´estensione di 780 mila metri quadrati, dove affluiscono mediamente 12 mila visitatori al giorno. In altre aree molto più piccole, scarsamente visitate dai turisti, ci sono in servizio custodi che restano praticamente inoperosi. Mi auguro che la Direzione si decida al più presto a rivedere gli organici del personale di sorveglianza dei vari siti archeologici della provincia di Napoli, assegnando un numero di custodi sufficienti a mantenere aperta tutta Pompei antica, con tutte le sue domus ed edifici pubblici», conclude Pepe. MARIO CARDONE