A cura della Redazione
Non ci saranno manifestazioni all’aperto nell’arena degli scavi archeologici di Pompei. Quest’anno, per il commercio del rinomato centro turistico vesuviano, è andata ancora peggio. Per l’estate in corso non sono state programmate “le lune di Pompei”, un’iniziativa spettacolare finanziata dalla Regione, che negli ultimi anni ha proposto a turisti e visitatori la visita guidata notturna del sito archeologico al chiaro di luna. Un modo suggestivo per mettere insieme cultura, poesia e un pizzico di mistero in una cornice suggestiva che potenziava l’offerta della visita al sito. In più, prometteva una nottata indimenticabile davanti alle prelibatezze delle cucine pompeiane: bar, pizzerie e ristoranti avevano la possibilità di fare buoni affari ma l’iniziativa giovava anche al turismo della costiera, perché nelle serate delle “lune”, così come, negli anni passati, nelle serate dedicate agli eventi spettacolari, partivano dai maggiori alberghi del comprensorio vesuviano-costiero bus carichi di turisti che si intrattenevano a Pompei per tutta la nottata, prima nel sito archeologico, successivamente nei locali pubblici della città moderna. Ora di tutto questo è rimasto solo il rimpianto perché i sigilli al Teatro Grande prima (anche se sarebbe stata possibile l’agibilità), la mancanza di finanziamento della Regione in un secondo momento, hanno annullato ogni forma di fruibilità notturna di un tesoro culturale che ogni città vorrebbe avere ma che a Pompei non viene sfruttato a pieno per l’inadeguatezza del ceto dirigente dei vari Enti che svolgono male il loro compito istituzionale, per il semplice motivo che non si dimostrano all’altezza del monumento che sono stati chiamati a gestire. Per quanto riguarda il turismo delle provincia di Napoli, è un altro segno di decadenza destinato a pesare sullo stato di crisi di tutta la regione, anche con la riduzione di posti di lavoro. Poi, quando a fine stagione andremo a fare i conti delle presenze alberghiere, inutile chiederci del perché del calo delle presenze: senza un’accoglienza all’altezza è normale che l’immagine di Pompei venga progressivamente pregiudicata. MARIO CARDONE