A cura della Redazione
Giovani aperti alla vita è il tema del quindicesimo convegno degli sposi cristiani. La Chiesa di Pompei, in continua adesione al magistero di Papa Benedetto XVI, ripropone ogni anno il convegno degli sposi cristiani, che avrà luogo il 9 e il 10 giugno presso la Sala Marianna De Fusco della Basilica mariana. Ecco il programma: sabato partiranno i lavori del convegno alle 15.30. Dopo la relazione iniziale di don Giuseppe Lungarini, direttore dell’ufficio pastorale della famiglia e della vita e organizzatore del convegno di quest’anno, Carlo Liberati, l’ Arcivescovo-Prelato di Pompei che ha fatto della famiglia uno dei pilastri della propria azione pastorale, accoglierà i pellegrini con il suo saluto. Alle ore 17 è prevista la relazione di Giuseppe Noia, docente di Medicina dell’Età prenatale presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Il cattedratico tratterà la tematica del convegno di quest’anno “Giovani aperti alla vita”. Alle 18.30, i coniugi Aurelio Anania e Rita Procopio proporranno ai convegnisti la loro testimonianza di una vita controcorrente, che li ha fatto assumere la scelta di diventare genitori di quindici figli. La domenica successiva ci sarà l´evento centrale della due giorni, la celebrazione della Santa Messa nel Santuario della Madonna del Rosario, che sarà presieduta, alle ore 11, da monsignor Liberati. Il quindicesimo convegno degli sposi cristiano offrirà l’occasione per una riflessione in comune sulle parole che il Santo Padre ha pronunciato nel corso del settimo incontro mondiale delle Famiglie, che si é appena concluso a Milano. Il 3 giugno, presso l’aeroporto di Bresso, dinanzi a un milione di persone, facendo ricorso alla profondità del suo pensiero e alla sua meditazione profonda, Benedetto XVI ha detto, nel corso dell’omelia che precede alla celebrazione eucaristica: “Cari sposi, abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilità”. MARIO CARDONE