A cura della Redazione
Ieri sera, gli ex operai della Cartiera di Pompei hanno occupato la sala del Consiglio comunale. Vi sono rimasti tutta la notte. L’iniziativa di protesta ha rappresentato l’unica alternativa possibile dopo il clamoroso voltafaccia della società Fergos, insieme alle ditte che hanno appaltato i servizi nel centro commerciale La Cartiera di Pompei, su modi, tempi e forme dei contratti di assunzione che dovevano essere in via preliminare concordate ad un tavolo sindacale, saltato senza preavviso. Dopo i reiterati rimandi, convocazioni, interventi di mediazione da parte del sindaco e relative disdette del giorno dopo, sembrava che si andasse incontro ad una definizione equilibrata. La Coopsette, beneficiaria di un’opportunità eccezionale d’iniziativa industriale su un’area dismessa si era impegnata a far assumere la manodopera lasciata a casa. L’impegno è stato ereditato dalla Fergos (dello stesso gruppo societario). Alla vigilia dell’apertura del Centro “La Cartiera” sono nati contrasti sulla tipologia dei contratti che i 52 cassintegrati dovranno sottoscrivere. Mercoledì i manifestanti furono fermati fuori l’ingresso del Centro Commerciale dalle forze dell’ordine. Era stata disdetta la riunione che si doveva tenere tra sindacati, sindaco di Pompei e datori di lavoro. Iniziativa che è stata letta dagli ex operai come chiara mancanza di volontà di trasparenza. Sono stati destinatari di un diktat: alla convocazione con telegramma urgente seguirà una proposta “chiusa” di contratto da parte del datore di lavoro. Prendere o lasciare, ai cassintegrati non è stata concessa alternativa se volevano accedere ad un minimo di reddito provvisorio. E’ sembrato a molti un atto d’arroganza da parte dei datori di lavoro (Fergos e ditte appaltanti) in cui (a parte i sindacati e i 52 operai) non si manifesta alcuna considerazione (e riconoscenza) per gli interlocutori istituzionali (Governo, Regione Campania e Comune di Pompei) che sedettero qualche anno fa al tavolo di concertazione con Coopsette. Fin dal primo momento i manifestanti che hanno occupato la sala consiliare hanno ricevuto testimonianze di solidarietà da molti consiglieri d’opposizione. Anche alcuni della maggioranza si sono portati la mattina successiva in assise per ascoltare le ragioni sacrosante dei disoccupati. Alla fine gli animi sono agitati ma l’impressione è che con un poco di buona volontà, ed abbandonando posizioni rigide ad un tavolo di concertazione conclusivo, è possibile trovare, nonostante tutto, un accordo. MARIO CARDONE