A cura della Redazione
Il Comune delibera le aree d’insediamento di due nuove farmacie, così come prescritto dalla legge. Si tratta di costruire distretti equivalenti sulla base di un’utenza potenziale di circa 3 mila cittadini ciascuno. Il sindaco di Pompei, Claudio D´Alessio, prima di proporre alla sua giunta una delibera definitiva che dovrà essere comunicata alla Regione Campania ai fini del relativo bando di concorso, ha ritenuto opportuno sentire il parere dei professionisti accreditati con licenza commerciale valida sul territorio pompeiano. Inutile parlare del "pianto greco" che ha preceduto la fase propositiva del tavolo perché tutti i commercianti (i farmacisti lo sono oggettivamente, anche se hanno professionalità e competenze disciplinate dalla legge) sognano di poter operare senza concorrenza a portata di mano. Il tentativo estremo dei farmacisti pompeiani è stato di limitare ad una sola licenza l’incremento di croci verdi a Pompei, ma è toccato al rappresentante dell´Asl far notare che il dettame di legge non ammette eccezione. A questo punto, suddivisa la città di Pompei in distretti di 3 mila abitanti, la delibera dell’esecutivo pompeiano ha acquisito una base scientifica che la rende inattaccabile. Le due nuove aziende di distribuzione di medicinali e parafarmaci dovranno aprire l´una i battenti nell’area nord (contrada Tre Ponti, via Arpaia, Civita Giuliana, Fossa di valle, ecc.), l´altra, nell´area occidentale di Pompei (zona Scavi archeologici, Croce di Paselle, via Andolfi). La reazione dei titolari di farmacia è stata negativa. La novità organizzativa è nata dal governo nazionale, per cui le Amministrazioni comunali sono chiamate a dare semplicemente indicazioni perché il servizio sia il migliore possibile. “Saremo costretti a licenziare perché non riusciamo più a fronteggiare la crisi economica. La gente acquista sempre di meno le medicine a pagamento mentre quelle distribuite dal Servizio Sanitario Nazionale sono pagate con anni di ritardo”. Hanno detto più o meno tutti. Ora a Pompei tutti aspettano di vedere se l’Amministrazione delibererà anche l’aumento delle licenze dei taxi. MARIO CARDONE