A cura della Redazione
“Anche quando si tratta di camorristi e, in particolare, di camorristi tesserati con qualche partito, sono abituato a non guardare in faccia a nessuno. E se dovesse risultare confermato che tra gli iscritti al Pdl di Castellammare di Stabia vi è qualche persona di camorra, pretenderò che il mio partito proceda all’immediata espulsione della stessa". Ad affermarlo è il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio (foto). In questi giorni è esploso nella città delle acque un vero e proprio caso legato al presunto tesseramento della moglie di un boss al Popolo delle Libertà stabiese. "E´ prematuro - prosegue Bobbio in un comunicato - fare distinguo e sottilizzare, ma va detto con grande chiarezza subito che questo ipotetico e ancora tutto da dimostrare «caso» è comunque ben diverso e molto meno grave di quello che straziò il Pd stabiese all’indomani dell’omicidio Tommasino. In quella vicenda, fra i tesserati c’era uno degli assassini di Tommasino e non. Chiarisco, poi, inoltre, sempre preliminarmente, che io sono il sindaco di Castellammare, iscritto al PdL, e non sono il rappresentante del partito in città per cui non ho gestito il tesseramento e non ho, per statuto, poteri di controllo sullo stesso". Contro le dichiarazioni del primo cittadino si scaglia il consigliere comunale di FLI, Antonio Sicignano, responsabile legalità e lotta alla camorra di FLI Campania. "Le dichiarazioni del sindaco PdL di Castellammare sulla vicenda della moglie del boss iscritta al PdL stabiese - scrive Sicignano in una nota - sono allucinanti e molto gravi. Per questo motivo, chiediamo le dimissioni del primo cittadino, in quanto il PdL a Castellammare, oltre ad avere iscritte queste persone, governa la città. Se il sindaco, dopo quanto emerso, crede veramente nella legalità e nella vera lotta alla camorra, per una esigenza di trasparenza, ora si deve dimettere".