A cura della Redazione
Beccati a Scafati Mario Mancini e Francesco Celotti. Si tratta di due trafugatori abituali di chiusini in ghisa. Recentemente ne hanno prelevati una settantina dalle strade di Pompei, creando gravi danni alla città perché, a conti fatti, per rimetterne dei nuovi al loro posto, il Comune di Pompei dovrebbe spendere mediamente 200 euro l’uno, mentre i ladri ne avranno ricavato al massimo 5 euro per ogni chiusino rubato. Le forze dell’ordine non sono riuscite neanche a recuperarli per rimetterli a posto perché evidentemente, all’atto del fermo, i due se ne erano già liberati rivendendoli a qualche fonderia che li ha ricettati senza accertarne la provenienza. Mancini, conseguentemente al fermo dei carabinieri, ha ricevuto la contestazione di reato a piede libero, mentre Celotti, originario di Torre Annunziata, è stato messo immediatamente in manette per aver cercato di fornire false generalità alle forze dell’ordine. Il motivo che lo aveva indotto a nascondere la sua vera identità è derivante dal fatto che è latitante dal 29 febbraio di quest’anno. Sul suo capo pende una condanna, ancora da scontare, per essere stato uno dei soggetti incriminati in contumacia nell’operazione “Pink Lady” a San Severo nella provincia di Foggia (l’operazione è stata denominata così perché la banda era formata in prevalenza da spacciatori in gonnella). I carabinieri della caserma di via Lepanto hanno beccato nella prima mattinata di venerdì due pregiudicati per numerosi reati, domiciliati a Scafati che negli ultimi tempi si erano resi responsabili della scomparsa dei tombini per le strade di Pompei. All’arresto dei due delinquenti gli uomini comandati dal maresciallo capo Tommaso Canino, in collaborazione con i colleghi di Scafati, ci sono arrivati dopo scrupolosi appostamenti nati sulla base di segnalazioni collegate a movimenti sospetti dei due complici (praticamente ladri di galline) ,che con la loro automobile, nelle prime ore del mattino, già si muovevano dal loro covo in cerca della refurtiva. In questo modo Pompei, come numerose città italiane, è venuta a trovarsi con quasi tutti i tombini privi di chiusini in ghisa. Danno grave per la città se si pensa al pericolo costituito dal transito inconsapevole di bambini e persone anziane che, cadendo nel vano privo di coperchio in ghisa, possono facilmente fratturarsi una gamba. MARIO CARDONE