A cura della Redazione
Pubblichiamo il comunicato sulla vertenza Fincantieri diramato da Tonino Scala (foto), responsabile Enti Locali di Sinistra Ecologia Libertà. Ciò che dice Bono, l’amministratore delegato di Fincantieri, ha dell’assurdo. Le lotte penalizzano i lavoratori? E da quando! Senza lotte Fincantieri a Castellammare sarebbe stata chiusa da un bel po’ di anni. Oggi più che mai serve una nuova stagione di lotta per Fincantieri e per ilSud. La crisi a Napoli ed in Provincia rischia di degenerare in forti tensioni sociali, è necessario imporre la questione sul piano nazionale. Il caso Napoli deve valicare il perimetro regionale e diventare questione nazionale. Oggi più che mai serve un impegno straordinario del governo perché Napoli concentra in sè tutte le contraddizioni determinate dalla crisi. Le crisi industriali in Campania investono aziende che hanno un peso nazionale e in questo senso il ruolo del governo dovrebbe essere centrale. Invece c’è una completa assenza. Sono passati sei mesi da quel lontano 3 giugno del 2010. Il governo Berlusconi dopo le proteste degli operai della Fincantieri bloccò piano industriale che prevedeva oltre duemila esuberi con la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia. Una rabbia sacrosanta che portò scontri nelle città e nei capoluoghi di provincia. Assurdo pensare ad un piano senza due entità strategiche come quella ligure e campana. A distanza di sei lunghi mesi di promesse e chiacchiere buttate al vento i sindacati, tranne la Fiom e il governo Monti hanno sottoscritto un nuovo piano di riorganizzazione. ‘A canzone è sempre a stessa. L’unica differenza rispetto al governo Berlusconi? I cantieri di Sestri Ponente e Castellammare non saranno chiusi ma saranno gli unici a non avere “commesse”. Addirittura c’è uno scaricabarile gettando le responsabilità agli enti locali che devono trovare le risorse. A pagina 3 dell´accordo siglato è scritto: “determinazioni degli enti pubblici interessati (Ministero delle Infrastrutture, Regioni, Autorità portuali ed enti pubblici territoriali)”. Serve una nuova stagione di lotta, so che può sembrare una frase fatta che sa di vecchio, ma è l’unica strada che riesco a vedere. Il Sud e la provincia di Napoli non possono permettersi la chiusura di questo cantiere che e’ stato il primo in Europa per importanza. Bisogna difendere il cantiere con i denti e non aspettare che dall’alto arrivi qualche soluzione. Più cheparlare di lavoro e di modifica dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori bisognerebbe porre in essere atti per salvaguardare il lavoro che c’è, la cantieristica è sempre stato un settore strategico per il nostro Paese. I Cantieri Navali di Castellammare rappresentano il cuore pulsante della città operaia. Non possono e non devono essere lasciati al loro destino. Ciò che avviene nella Fincantieri campana, non è solo legato alla crisi economica che sta attraversando il settore, ma anche a un quadro nazionale che penalizza fortemente il nostro territorio. Tonino Scala responsabile enti locali Sel