A cura della Redazione
“Sindaco, perché la mattina non vieni a piedi in Municipio? Ti farebbe bene alla salute. Migliorerebbe il bilancio comunale senza la spesa della tua auto di rappresentanza”. L’auto blu fiammante, che D’Alessio ha già prenotato, è il simbolo di personaggio pubblico, effimero e spendaccione, nonostante le difficoltà finanziarie, che è descritto nel preambolo politico che i quattro consiglieri comunali ex Unità e Impegno, hanno affidato alla voce di Allaria, nel giorno di annuncio di adesione al gruppo consiliare del Pd. Allaria ha portato avanti con pacatezza il discorso di profonda critica alla politica degli eventi del primo cittadino di Pompei “che serve solo a spendere soldi pubblici ma non a farne entrare nelle casse degli operatori turistici locali”. Conclusioni sulla scia del precedente comunicato della segreteria cittadina, coerenti con il tema all’ordine del giorno di assestamento di bilancio e debiti non preventivati. D’Alessio si è difeso con la tesi del leader tradito da compagni di cordata dopo sette anni di condivisione totale. Il suo vice Alfano (potenziato con delega alle Finanze) ha spiegato la manovra finanziaria: lavori pubblici per le scuole, ristrutturazione di piazza Immacolata e prelievo dei rifiuti ingombranti le novità più qualificanti. S’insinua sul restante dibattito assembleare un contrasto profondo di Mancino e Serrapica contro i quattro nuovi ospiti del monolocale targato Pd, dove qualche inquilino è di troppo. Il problema, però, non è condominiale ma va risolto in famiglia. Problematica intuita dal frastornato Genovese (Pdl) che, assente da alcune sedute, si è guardato intorno chiedendosi ad alta voce “dove mi trovo? Chi è in maggioranza, chi all’opposizione?”. Novità anche per lui che è stato abbandonato dall’unico valido supporto in campagna elettorale. Il consigliere comunale Amitrano ha abbandonato partito e opposizione entrando con un suo uomo nella stanza dei bottoni. Alla fine il dibattito nel Consiglio comunale di ieri è stato duro ma corretto. Ottima la conclusione unitaria nel deliberato sulla salvaguardia degli scavi archeologici di Pompei. Il ceto dirigente della città ha chiesto agli organi dello Stato il ripristino dell’autonomia speciale del monumento di Pompei e dell’archeologia vesuviana, per consentire una naturale partecipazione alla sua gestione che punti alla sua tutela e valorizzazione. MARIO CARDONE