A cura della Redazione
Il crollo della Schola Armaturarum è stato eclatante. Ha fatto scandalizzare il mondo intero, provocando lo sdegno del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e costringendo il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, alle dimissioni. Il sindacato Cisl dei dipendenti degli scavi di Pompei ha redatto l’elenco dei crolli, che a partire dal 2010 sono otto, a cominciare da quello di contenimento del terrapieno di fronte alla Casa della Giulia Felice. Il 18 gennaio una frana del terrapieno alle spalle della Casa dei Casti Amanti fece crollare parte del muro. Il 2 novembre la pioggia attraversò la Casa defluendo su Via dell’Abbondanza, lasciò terra e lapillo sul pavimento. La Casa dei Casti Amanti fu chiusa per due giorni. Il 6 novembre crollò la Scuola d’Armi della gioventù pompeiana per lo smottamento del terrapieno sul lato posteriore. Nella stessa giornata, parte dell’edificio crollato trascinava giù anche un muro della “Taverna Vasaria” del complesso della Casa del Moralista. Il 30 novembre, un nuovo crollo a meno di 20 metri dalla Schola Armaturarum. Un muro antico, alto circa 3 metri, per la lunghezza di circa 10 metri, che conteneva il terrapieno posto sul lato nord del peristilio della “Casa del Moralista”. L´1 dicembre 2010 altri crolli interessavano la Casa del Lupanare Piccolo e una bottega di Via Stabiana. Venerdì l’ultimo "disastro" riguardante il muro di cinta dell’antica città adiacente Porta di Nola. Il Ministro Giancarlo Galan era stato facile profeta. “Facile previsione - ribatte la Cisl -, considerato che dopo i crolli del novembre 2010 non sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza dell’area archeologica”. La ricetta Cisl è l’autonomia gestionale “al fine di recuperare efficienza e velocità di gestione nei restauri”. Gravi denunce arrivano (come spesso succede) dalla segreteria nazionale Uil Mibac, che ha chiesto alla magistratura, che già ha aperto un’inchiesta sui crolli, il sequestro dei registri dei custodi dove giorno per giorno si segnalano i danni riscontrati al monumento nel corso dei giri ispettivi. La Uil denuncia la gestione fallimentare del Mibac e della soprintendente Sanp, Teresa Elena Cinquantaquattro. Il sindacato rivela che la segnalazione del crollo è stata effettuata dal custode Egidio Iovane nella mattinata di venerdì, ma è probabilmente avvenuto durante la notte. “Nei mesi scorsi lo stesso muro di contenimento Borbonico (ciottoli di lava) situato all´inizio della necropoli di Porta Nola era stato interessato da un crollo - ha denunciato la Uil -. Nessuno sembra avergli dato peso, però nel trascorrere dei mesi successivi le pietre cadute sono scomparse, e non certo per lavori”. Nel frattempo, giungono le dichiarazioni del ministro Galan, pubblicate sul sito ufficiale del Mibac, beniculturali.it. "Ho più volte pubblicamente espresso - dichiara Galan - tutta la mia preoccupazione per gli effetti che avrebbero potuto provocare le prime violenti piogge su Pompei. Proprio per questo abbiamo lavorato per presentare al commissario europeo un piano efficace per il recupero e la messa in sicurezza del sito ed abbiamo disposto un affiancamento, gia´ operativo, alla sovrintendenza perche´ si inizi da subito a provvedere con le azioni di messa in sicurezza più urgenti. C´e´ la più assoluta attenzione da parte del Ministero verso Pompei, e´ la nostra priorità. Il prossimo mercoledì 26 sarò a Pompei con il commissario Hann per mostrargli la situazione e sbloccare il finanziamento europeo di 105 milioni da destinare al sito. Attualmente il sottosegretario Villari si trova sul posto per verificare l´entità del crollo e siamo in costante contatto. Per il momento - conclude il ministro - è però fondamentale chiarire che il danno riguarda il distaccamento di uno strato superficiale di una parte delle mura di cinta che circondano Pompei, nessuna domus coinvolta quindi, e che la stabilità della struttura non è in alcun modo compromessa". Critiche al ministro giungono dal deputato Luisa Bossa del Pd. "Ha fatto più danni a Pompei questo governo che secoli di storia. E´ il caso di dire che si tratta di un crollo annunciato - continua l´on. Bossa -Questa volta è toccato ad un muro romano vicino alla cinta esterna della città antica. Un anno fa toccò alla Scuola dei gladiatori. Sono passati dodici mesi e nulla è cambiato. Il nostro inestimabile patrimonio culturale è nell´abbandono, e c´è una responsabilità precisa, quella del governo e della sua politica scellerata di tagli. Bastano poche ore di pioggia e le risorse archeologiche, a causa della mancata messa in sicurezza e della manutenzione assente, si frantumano come biscotti. Mi chiedo quando finirà questa vergogna. Il mondo intero è indignato per come l´Italia tratta un patrimonio dell´umanità. Al ministro Galan dico che è finito il tempo degli annunci. Bisogna invertire subito la rotta, altrimenti questo governo, tra le tante cose, si porterà la responsabilità storica di aver dissipato il vero tesoro del nostro Paese, quel forziere di arte, cultura, storia e paesaggio che il mondo ci invidia e che noi non valorizziamo". MARIO CARDONE Nella foto, le macerie della Schola Armaturarum