A cura della Redazione
Tanto di cappello, nel rione Crapolla, per l’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi. A quanto pare, al contrario, il Conte di Cavour non è molto simpatico ai residenti della stradina che s’inerpica dal centro di Pompei verso il Vesuvio, fino alla contrada Tre Ponti. Lo statista torinese non ebbe mai una grande disponibilità per il popolo meridionale, tanto è vero che si vantava di non aver mai viaggiato più a sud di Roma. Queste sono più o meno le motivazioni che hanno spinto il “Comitato Crapolla” ad organizzare il referendum dei residenti delle due strade (Via Crapolla I e via Crapolla II) sulle nuove denominazioni, come ha stabilito l’Amministrazione Comunale nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’iniziativa rientra nella logica prosecuzione di una serie di attività del comitato di rione, ispirate al radicamento territoriale e alla volontà di esserci. L’intento dichiarato è quello di porsi da “pungolo” ma propositivamente. Il fine è migliorare la qualità di vita. Il comitato, nato per difendere gli interessi dei residenti quando si prospettavano i lavori pubblici per l’interramento di un tratto della Circumvesuviana (iniziativa a quanto pare accantonata dalla Regione Campania)i sta proseguendo in altri settori con successo, se si tiene conto il tasso di coinvolgimento, in una zona di Pompei dove i problemi sono tanti ed i ritardi dell’intervento pubblico memorabili. “E’ importante coinvolgere i cittadini interessati all’eventuale variazione della denominazione delle nostre strade – fanno sapere gli esponenti del comitato – considerato che tale variazione comporterà una serie di incombenze amministrative. A tal fine abbiamo preparato un elenco di nominativi di personaggi (prevedendo anche una "quota rosa") del Risorgimento italiano, tenendo conto delle proposte di tutti”. Parteciperanno al voto tutti i residenti a partire dai 16 anni compiuti. Ad ognuno sarà consegnata una scheda sulla quale segnerà la sua preferenza. Il risultato della consultazione sarà comunicato all’Amministrazione Comunale che è l’organo deputato alla variazione toponomastica. A questo punto, il pensiero di tutti è che il sindaco Claudio D’Alessionon potrà fare a meno di attenersi a questa indicazione. Anzi, è possibile che un’iniziativa del genere costituisca un precedente per il futuro, non per cambiare tutta la toponomastica di Pompei, ma per attivare uno strumento di democrazia diretta quale la consultazione popolare che non può fare che bene alla vita politica e sociale di Pompei. MARIO CARDONE