A cura della Redazione
Momenti di unità, altri di forte contrapposizione nell’assise comunale di oggi. Tutto dentro alla maggioranza storica di Claudio D’Alessio (foto), che ancora non ha assunto un profilo definitivo dopo la diaspora dei 4 consiglieri di “Unità e Impegno”. L’opposizione è assente, con Michele Genovese (ex candidato a sindaco) oramai tornato a fare il medico a tempo pieno, mentre Giuseppe Tortora (altro ex antagonista) é passato a fare l’assessore. La convergenza è nata, anche se con qualche distinguo, sulla delibera di un documento unitario da spedire a Caldoro e alla sua giunta sul progetto di interramento della linea ferrata della Circumvesuviana sul tratto Torre Annunziata-Scafati. Progetto varato nel governo Bassolino della Regione Campania con l’assessore Cascetta, un atto che non sembrava essere stato recepito dalla giunta Caldoro. Al contrario, la delibera del consiglio comunale replica l’iniziativa motivando la scelta in base alla nota dell’assessore ai Trasporti in carica, Sergio Vetrella, che tra l’altro si contraddice apertamente nel testo della comunicazione. Lo scontro appassionato tra le due anime interne alla storica maggioranza D’Alessio, uscita vincente dalle urne due anni fa, ha avuto in consiglio un accento veemente ed aspro nelle parole del consigliere comunale Alfredo Allaria, che ha manifestato a chiare parole il disappunto per il modo in cui il sindaco ha dimesso dalla carica l’assessore Andreina Esposito, dimostrando una gestione verticistica ed arrogante del suo mandato. “Lei non è il padrone della città”. Ha detto ad un certo punto Allaria rivolto al sindaco, ricordandogli il contributo di voti della sua parte politica alla sua elezione personale ed il dissenso maturato dalla sua parte nei due anni della presente amministrazione. La conseguenza è il disimpegno di “Unità e Impegno” nei confronti della maggioranza D’Alessio che, come è stato notato nel dibattito, sta rafforzando progressivamente la sua compagine con forze originarie dell’opposizione. Il sindaco ha replicato ricordando che un assessore non è eletto dal popolo ma è un semplice collaboratore del sindaco. Il primo cittadino, quando non si sente sufficientemente rappresentato, ha il potere di licenziare un assessore, così come può nominarlo. Un passaggio dell’intervento di D’Alessio ha però rivelato a tutti il vero motivo politico della frattura dentro al suo gruppo di maggioranza. D’Alessio ha fatto riferimento preciso al coordinatore esterno di “Unità Impegno”, l’assessore al Personale della prima gestione amministrativa, Carmine Lo Sapio. “Dovevo rendere conto a lui della mia gestione esecutiva, tanto che qualcuno a Pompei arrivava a mettere in discussione chi fosse il vero sindaco”. MARIO CARDONE