A cura della Redazione
“A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”. Il capogruppo Pdl di Pompei, Giorgio Arpaia, ha fatto ricorso alla battuta attribuita al senatore a vita Andreotti per insinuare, nel suo documento, il dubbio che il giovane consigliere comunale eletto nella lista azzurra abbia deciso di cambiare partito per meri calcoli personali (di imprenditore) piuttosto che per coerenza politica. A cosa si riferisce Arpaia nella sottaciuta denuncia di conflitto d’interessi? E’ argomento di conoscenza collettiva pompeiana l’aspirazione della sua famiglia di estendere l’impresa alberghiera con la costruzione del terzo piano della palazzina in cui è sito, in via Lepanto, l’albergo di famiglia. L’operazione sarebbe possibile grazie ad una variante al piano regolatore per cui risulta già avviato l’iter burocratico di concessione del permesso a costruire. La sua conclusione positiva sarebbe consentita solo con il favore della maggioranza politica in consiglio comunale. In poche parole l’obiettivo di Amitrano sarebbe di entrare nei favori della maggioranza di governo di Pompei. Questa è l’argomentazione, detta e non detta, nel documento politico contro Amitrano, dal capogruppo Arpaia, che ha riepilogato sinteticamente la storia della compagine politica pompeiana che fa capo al presidente Berlusconi. Essa è stata connotata negli anni recenti dalle difficoltà d’intesa tra le varie anime interne (ma si tratta più che di anime di soggetti che hanno avuto come esclusivo obiettivo la loro affermazione personale). “La sua scelta di lasciare, per posizionarsi nelle fila dell’Adc, proprio nel momento in cui, grazie alla mediazione degli organismi provinciali, si era giunti ad un equilibrio stabile, lascia piuttosto perplessi”. Ha concluso Arpaia che ha ricordato a Luigi Amitrano di aver bacchettato in passato il coordinatore cittadino del partito azzurro, Michele Genovese, per essere stato “troppo conciliante” nei confronti della maggioranza mentre, al contrario, ha incassato personalmente, poco dopo, la poltrona di presidenza della prima commissione (affari costituzionali e regolamenti) che ha coronato con una dichiarazione pubblica di “costruttiva collaborazione” nei confronti della maggioranza. Arpaia ha anche ricordato ad Amitrano la sua vicenda personale, esemplare, a suo dire, per l’assoluta coerenza al mandato ricevuto dagli elettori. Vale a dire restare all’opposizione della maggioranza D’Alessio per tutta la durata del mandato. MARIO CARDONE