A cura della Redazione
Il ceto turistico di Pompei chiede al sindaco di mettere intorno ad un tavolo i cinque farmacisti locali per concordare con loro un turno di servizio notturno di vendita dei medicinali. Gli operatori turistici, specie i gestori d’albergo, campeggi, agriturismo, e bad and breakfast, lamentano la mancanza di una farmacia notturna. E’ una mortificazione vedere la meraviglia dipinta sulla faccia dei turisti quando apprendono che Pompei manca di una farmacia notturna per cui bisogna rivolgersi ai paesi confinanti. Precisiamo che il centro turistico mariano, per numero d’abitanti, non è obbligato a fornirsi di un servizio del genere. Inoltre i farmacisti di Pompei assicurano ai loro clienti l’assistenza farmaceutica “a chiamata” durante le ore notturne. “Mi sono resa disponibile di fornire medicinali urgenti a qualsiasi ora della notte – ha dichiarato la dottoressa Steardo, titolare di una delle cinque farmacie di Pompei -. I miei clienti sanno che, se chiamano mi metto a disposizione, a qualsiasi ora”. Allo stesso modo, più o meno, vale la regola per le cinque farmacie di Pompei. Restano fuori i non residenti o le persone che non hanno il rapporto clientelare con il proprio farmacista. La mancanza di un punto di distribuzione delle medicine nelle ore notturne svantaggia in primis i turisti, che sono costretti ad aspettare il giorno seguente o a recarsi, nel corso della notte, fuori paese per acquistare le medicine. L’iniziativa di risolvere il problema compete al primo cittadino che è la massima autorità sanitaria della città. D’Alessio non ha il potere di obbligare i professionisti del farmaco ma è anche vero che dovrebbe fare almeno un tentativo per metterli d’accordo. La categoria dei farmacisti è molto sensibile all’urgenza della tutela sanitaria. Non rispondere positivamente all’invito istituzionale, per un servizio qualificante come quello notturno, equivale a fare una brutta figura rispetto ai pompeiani, all’ordine professionale ed al ceto turistico internazionale. I problemi sul tappeto ci sono. Sono legati alla rivalità aziendale ed alla concorrenza. Risulta che un accordo di settore tra i cinque manca anche nei giorni festivi ma in questo caso il problema si è risolto grazie alla forza degli incassi della passeggiata domenicale. MARIO CARDONE