A cura della Redazione
L’allarme bomba al Colosseo di domenica sera ha creato allarmismi negli scavi archeologici di Pompei riguardo alla sicurezza contro gli attentati terroristici. Il museo archeologico vesuviano con 3 milioni di visitatori l’anno ed una media estiva di 10 mila turisti al giorno potrebbe consentire l’ingresso nel sito di malintenzionati in grado di arrecare danni a persone e cose. Sotto monitoraggio degli addetti ai lavori è il servizio bagagliaio che, come spiega una circolare del sindacato Cisl, da strumento di controllo si è trasformato in servizio d’accoglienza perché il deposito di bagagli ed oggetti voluminosi non è più obbligatorio. Nel ricordare che nel vademecum per il personale di custodia sono prescritte regole di controllo e prevenzione contro l’ingresso di eventuali male intenzionati, la Cisl assicura che sono molto numerose le segnalazioni fatte ogni giorno dagli addetti ai servizi di vigilanza quando notano turisti circolare con zaini sulle spalle negli Scavi di Pompei. Le 111 telecamere collocate lungo il perimetro dell’area archeologica e altre circa 50 installate in alcune case antiche “Casa del Menadro, Casa della Venere in Conchiglia, Larario Fiorito e all’esterno delle Terme Suburbane”, consentono un parziale controllo a distanza. Mancano però i metal detector proprio agli ingressi del sito archeologico. Dopo il falso allarme-bomba del Colosseo la Cisl segnala l’assenza di telecamere all’interno dell’area e a Porta Anfiteatro e di metal detector nei cinque varchi più importanti “Porta Marina, Porta Esedra, Porta Anfiteatro, Villa dei Misteri e Via delle Tombe”. Inoltre il sindacato lamenta la forte carenza di personale di custodia nel sito archeologico: 158 custodi sono ripartiti in cinque gruppi di lavoro di 32 unità per vigilare un’area di oltre 700mila metri quadrati. Infine il sindacato Cisl propone di tornare alla costituzione di una squadra cinofila per il controllo dell’area. Presidio che ha garantito negli anni passati anni la sicurezza del Scavi di Pompei ma poi è stato eliminato dal Ministero dei beni Culturali. MARIO CARDONE